ItaliaOggi, 12 luglio 2019
Emirati, prosegue il traffico dei falchi
In Kuwait prosegue il traffico dei falchi nonostante sia proibito. Infatti, il paese del Golfo Persico ha siglato una convenzione internazionale per la protezione dei rapaci, contro il commercio delle specie. Tuttavia, in barba a questa proibizione e alle autorità, continua il traffico dei falchi. E questo perché è vero che nei paesi del Golfo possedere un falco selvaggio è uno status symbol, un segno evidente di ricchezza classica, molto ricercata. In Kuwait il commercio dei falchi pellegrini è sanzionato con una pena che arriva fino a tre anni di prigione e un’ammenda di equivalente a 145 mila euro, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Ma sono in molti a non curarsene, specie fra i venditori che commerciano questi rapaci selvaggi anche con la famiglia reale del Kuwait. Tra i compratori figurano ricchi uomini d’affari, ma anche dei privati con ricchezze più modeste. Un venditore di falchi ha spiegato a Le Figaro che in Kuwait oggi possedere un falco è come avere un Rolex, un segno classico di ricchezza.Il Kuwait, secondo l’inchiesta di Le Figaro si sta imponendo oggi come un luogo strategico per il traffico dei falchi pellegrini. Il piccolo emirato è al crocevia con l’Iraq e l’Iran, due paesi ricchi di rapaci e poco sensibili alla lotta contro il contrabbando delle specie selvatiche di uccelli rapaci. Un falco selvaggio arriva a costare anche 605 mila euro, e spesso vengono acquistati da privati per farne omaggio, come è già successo: un privato ha pagato questa cifra per comprare un falco da offrire all’emiro Tamin ben Hamad al-Thani, attuale emiro del Qatar.
I criteri di bellezza sono precisi: il falco deve essere di grossa taglia, la testa di un colore più chiaro possibile, il resto del corpo deve avere una sagoma allungata e magra e deve virare al dorato. Un falco selvaggio di un bel colore viene venduto intorno ai 58 mila euro, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Un venditore ha raccontato di venderne all’incirca una quarantina l’anno a dei compratori abituali.
I social hanno fatto aumentare le vendite dei falchi. Sono molti quelli che si fanno fotografare con il proprio falco e questo accresce il desiderio di possederne uno, ha raccontato a Le Figaro, un venditore di falchi selvaggi. Infatti, le persone non acquistano questi rapaci per se stessi, ma per mostrare sui social che ne possiedono uno. Le foto sui social che documentano il commercio proibito di rapaci dovrebbe far scattare la catena giudiziaria, ma la lobby della falconeria in Kuwait è capace di far pesare la propria influenza nelle sfere più alte.