ItaliaOggi, 12 luglio 2019
La ristoratrice iraniana di successo
Invece degli embarghi all’Iran, che fanno soffrire la gente, l’Occidente dovrebbe premere per introdurre i diritti civili, anticamera della democrazia e di una società libera. In questo modo anche il radicalismo religioso andrebbe scemando e forse il mondo avrebbe qualche brandello di pace in più. In concreto, che cosa fare? Si stanno costituendo in molte città i Comitati donne per Nasrin, per chiedere la liberazione dell’avvocatessa Nasrin Sotoudeh e di tutte le attiviste per i diritti umani arrestate e detenute in Iran. Le minacce di Donald Trump stanno favorendo l’ala estremista della dirigenza iraniana, l’Europa dovrebbe muoversi su un altro terreno e dialogare con l’ala moderata. «Il Medio Oriente avrebbe tanto bisogno di Europa», dice Sohyla Arjmand, iraniana che ha aperto a Bologna un ristorante etnico (Pars) di successo (blasonato, compare in molte guide), è l’animatrice del locale Comitato e ha ottenuto dal comune la decisione di conferire a Nasrin Sotoudeh la cittadinanza onoraria.Nel suo ristorante ha recentemente organizzato (insieme alle Cucine popolari Onlus) una cena per i senza fissa dimora. Dice: «Ho aperto un ristorante persiano con la mia famiglia perché mi mancava casa, dopo avere lasciato l’Iran in seguito all’avvento di Ruhollah Khomeyni», racconta, «e perché il cibo è il modo migliore per far conoscere la propria cultura». Il suo sogno sarebbe vedere l’Iran incamminarsi verso un futuro meno dogmatico e autoritario, con le donne partecipi di questa trasformazione. Dice: «Le donne hanno perfino il divieto di andare in bicicletta. Come si fa a sostenere che le donne in bici sono un affronto alla morale? Quanto al velo, dovrebbero essere libere di decidere se indossarlo e, nel caso, come indossarlo e quale indossare». Lei spera che la campagna pro Sotoudeh coinvolga tante città e tanta gente. Non è coi granelli di sabbia che si formano le spiagge?