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 2019  luglio 12 Venerdì calendario

La morte di Miss Italia

Il titolo è molto forte, ce ne rendiamo conto. In fondo che ne sappiamo? Magari gli interessati trovano una sontuosa soluzione e tutto si risolve. Il dato di fatto, però, è che ad oggi Miss Italia – che poi è lo storico concorso che ogni anno elegge la più bella, da Aosta a Lampedusa – non ha una «casa», ovvero un canale tv disposto a scommettere su di lei e su tutto il carrozzone annesso. Eravamo rimasti a La7 (sede del concorsone nelle ultime sei edizioni), ovvero il salotto di Urbano Cairo che, però, ieri l’altro alla presentazione dei palinsesti è stato parecchio chiaro: «Miss Italia? Non continueremo. Per noi, finisce qui. Va avanti per conto suo». Una bella mannaia sulle speranze delle giovani donne tricolori se si pensa che ieri è stato il giorno della presentazione dei programmi Discovery (silenzio totale), settimana scorsa di quelli Mediaset (idem con patate) e martedì di quelli della Rai (altro silenzio tombale). C’è chi è pronto a spergiurare che si starebbe apparecchiando un ritorno in Rai con relativi colloqui tra patron Patrizia Mirigliani e i vertici della tv pubblica, ma è anche vero che martedì nel corso delle 2212131 ore di conferenza stampa milanese, nessuno ne ha fatto cenno, men che meno il direttore di Rai 2 Freccero (sul tema è stato chiarissimo). Per carità, le vie della televisione sono infinite, ma è anche vero che restano poche aletrnative «di prima fascia» e i palinsesti delle varie emittenti sembrano decisamente «saturi».

 FUORI MODA?
 E niente, sono lontani i tempi d’oro di Miss Italia, quando era evento capace di fermare il Paese, con le selezionatissime che sfilavano, dicevano quel che pensavano del mondo e della vita e passavano sotto la mannaia dei giudici e del televoto. Negli ultimi anni il concorso è appassito un po’, vittima di un sistema che non ammette più la bellezza fine a se stessa, ma obbliga chi vuol portare le ragazze in tv a vere e proprie «acrobazie», figlie della retorica e del politically correct. Non può vincere Fernanda perché è bellissima, deve vincere perché è bellissima e intelligentissima, altrimenti si rischia la più feroce delle accuse dell’era moderna: quella di sessismo. Ma non siamo qui a far la predica a chi ci ha portato ad aver paura di dire «ammazza quanto sei bella» (devi dire «ammazza quanto sei bella, ma soprattutto intelligente»), semmai a capire che fine farà il concorso nato nel 1939 da un’idea di Dino Villani per sponsorizzare una marca di dentifricio (allora si chiamava 5000 lire per un sorriso; nel 1946, dopo l’interruzione per la Seconda Guerra Mondiale, divenne Miss Italia) e che nel corso degli anni ha lanciato ogni genere di stella italiana, dalla Bosè alla Loren (Miss Eleganza), dalla Capua alla Colombari, fino alla Valle e alla Leone.

OTTANTESIMA EDIZIONE
 Già, che fine farà? La sensazione è che mentre le selezioni proseguono in giro per lo Stivale, la Mirigliani stia lavorando sotto traccia per trovare una soluzione che permetta di non interrompere una tradizione che dura dal 1979, ovvero l’elezione della Miss in diretta tv con tanto di lacrime e invidia delle rivali. Ultimo dettaglio e un quiz finale. Il dettaglio: quest’anno va in scena l’80ª edizione del cucuzzaro, pensare che non si trovi un rimedio è francamente poco probabile. Attendiamo. Quiz finale: Rachele Risaliti, Alice Rachele Arlanch, Carlotta Maggiorana. Chi sono costoro? Se non avete risposto «le ultime tre Miss elette!» significa che effettivamente c’è un problema...