Il Messaggero, 12 luglio 2019
Lezzi: «La Lega s’è rimangiata le promesse per il Sud»
«Non ho alcun interesse a ragionare se la Lega sia ancora Lega Nord o meno: a me interessa che siano rispettati i diritti dei cittadini del Sud e di tutte le altre regioni d’Italia».
Ministro per il Sud Barbara Lezzi a cosa si riferisce? Di fatto sull’Autonomia le distanze diventano di nuovo incolmabili tra voi M5S e la Lega?
«Se vogliono dividere l’Italia, reintrodurre le gabbie salariali, superate ormai da 50 anni, certamente. Questo tipo di Autonomia la voteranno, forse, solo i parlamentari di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Non certo gli altri rappresentati del territorio, voglio sperare».
Qual è il problema di fondo?
«Avevamo trovato un accordo sul fondo di perequazione durante l’ultima riunione tecnica a Palazzo Chigi. Poi, visto che Zaia e Fontana sono contrari, oggi (ieri-ndr) con una giravolta e si è detto che non andava più bene. Eppure anche il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia aveva detto di sì. Tra le altre cose, parliamo di un fondo previsto in Costituzione, a fronte della cessione di materie alle Regioni».
Come si spiega questa retromarcia?
«Non me lo spiego. Posso solo immaginare che Salvini si senta tirato per la giacchetta. Lo ripeto: dovevamo solo stabilire il tetto di surplus fiscale da ridistribuire. Tutti erano d’accordo: da Salvini a Giorgetti, passando per gli altri ministri del Carroccio. Ora si stanno rimangiando la parola data, dicendo che l’introduzione del fondo perequativo era una notizia uscita solo sui giornali. Io alle riunioni c’ero, l’ho sentito».
L’attrito c’è stato però anche sulla questione della scuola.
«Certo, mentre stavamo discutendo di questo, si è verificato un altro cortocircuito».
Ovvero?
«Come si può pensare di concedere, attraverso un meccanismo fiscale, trasferimenti più generosi per le regioni che aderiscono all’Autonomia?».
Ma allora come si supera la richiesta di regionalizzare l’istruzione?
«Se è come la intende la Lega non si supera. Pensare di introdurre stipendi più alti per gli insegnanti e maggiore offerta formativa solo per un pezzo d’Italia non può andar bene. E noi come M5S non l’accetteremo mai. Non voglio essere retorica...».
Ma?
«...ma nessun bambino sceglie di nascere in una regione invece che altrove. Il diritto dei bambini di formarsi deve essere garantito per tutti, al di là della posizione geografica. In una nazione deve funzionare così».
La Lega propone le gabbie salariali e il M5S come risponde?
«Questa proposta, avanzata da Giorgetti, è sconcertante. Stiamo parlando di un fatto superato 50 anni fa. Stiamo parlando di una lotta di civiltà. Poi in questo caso si tratterebbe di gabbie dorate, con vantaggi solo per gli insegnanti e i dipendenti della scuola, non per il resto degli altri dipendenti pubblici. Ma al di là di questo non torneremo indietro».
Il Carroccio si appella al contratto di governo che sull’Autonomia parla chiaro: voi grillini non rischiate di forzare troppo la mano?
«Che l’Autonomia sia un diritto lo riconosciamo e lo abbiamo detto in tutte le salse. Anche qui: quando si rivendica il contratto di governo è giusto, ma non bisogna dimenticare un altro punto di quell’intesa».
Ovvero?
«Di Maio e Salvini sottoscrissero che volevano ridurre il divario Nord-Sud. Noi come M5S stiamo facendo proprio questo, noi».
E la Lega perché allora tira nel verso opposto? Quale idea si è fatta?
«Di sicuro si sta muovendo male. Questo sì che è un autogol: il Carroccio si presenta come forza nazionale, come difensore dei diritti del Meridione, chiede i voti in quei territori e poi nel concreto fa una battaglia solo per due regioni. Mi sfugge il disegno politico. Il problema di fondo rimane sempre lo stesso».
Il fondo di perequazione.
«Già, ma se tu non metti mano al gap, cristalizzi una situazione inaccettabile. Per noi si deve fare l’Autonomia, ma senza ledere i diritti di nessuno. Tutto qui».
A quando vi siete aggiornati?
«Al momento non c’è una data. Credo che prima la Lega debba fare chiarezza al proprio interno. Noi, quando cambiano idea, siamo pronti».