la Repubblica, 12 luglio 2019
Il 40esimo match tra Federer e Nadal
Chi dei due arriverà per primo oggi al match point e, nel silenzio totale del tempio, dove si sente anche il singolo colpo di tosse o lo spillo che cade, godrà dell’esplosione del pubblico? Federer? Oppure Nadal?
Una cosa è certa: lo spagnolo nella semifinale di oggi gioca fuori casa. Se il rosso del Roland Garros è di sua proprietà, il verde è da sempre appannaggio dello svizzero. La curva sud, che a Wimbledon poi sarebbe il Royal Box, ha il cuore già impegnato da tempo con Roger. George, primogenito dei duchi di Cambridge, 6 anni il prossimo 22 luglio, ha una grande passione sportiva, il tennis. Dicono che sia nata un paio di anni fa, quando Roger, Mirka e tutti i gemelli, Myla Rose, Charlene Riva, Leo e Lennart furono invitati nella residenza di famiglia a Norfolk. Nacque qui un feeling tra i bambini (il principino George ha la stessa età di Leo e Lennart), e la curiosità di sapere chi fosse quel papà così sportivo.
Così il piccolo principe s’è avvicinato al tennis e, giusto alla vigilia di questo Wimbledon, è riuscito a incontrare di nuovo i Federer e scambiare qualche colpo con Roger.
Lo svizzero ha confermato questa amicizia speciale, sottolineando come il principino abbia dimostrato di avere il tocco di palla. «Cosa posso dire? Sono l’unico giocatore che abbia mai incontrato», ha rivelato. «Ho trascorso un po’ di tempo con lui, quindi ho un po’ di vantaggio su chi sia il suo giocatore preferito». Non è dato sapere se, come Berrettini, il piccolo George gli abbia chiesto il costo della lezione. Se non altro ha confermato che i nobili scelgono il tennis, come nella storia e tradizione di questo sport.
Ma Federer attrae tutti, non solo i discendenti di sangue blu: il suo ultrà Vip più scalmanato di tutti per lui è noto da tempo, ed è John Bercow, lo Speaker della Camera dei Comuni, l’uomo che pretende “order, order” in parlamento. Non è un tifoso sfegatato: di più. E non da oggi. Famose le sue battute tipo: «La Brexit? Meno male che Federer ha vinto». Oppure: «La cosa migliore della Svizzera? Non è il cioccolato o gli orologi. È Roger Federer!». Una volta, nel 2014, ha perfino confessato di aver mancato dei tornei dal vivo dello svizzero, nel senso che lui puntava al 100 per cento di presenze. Come avrebbe potuto, considerando anche i suoi impegni di lavori, è un bel mistero. Eppure l’altro giorno, mentre lo svizzero lasciava il campo vittorioso contro il francese Pouille e si fermava a firmare autografi, non è stato riconosciuto dal tennista che, nello sbirciare un signore brizzolato con una delle sue t-shirt stilizzate ‘RF’, gli urlava a squarciagola: «Roger, tutti noi ti amiamo». Ed era talmente entusiasta che magari deve aver preoccupato Federer e le guardie del corpo. Ma Bercow, ex tennista da giovane, non si è offeso, già proiettato verso il match di oggi dove soffrirà come tutti. Anzi, sarà il capo di tutti gli ultrà.