Avvenire, 11 luglio 2019
Ai deputati inglesi serve lo psicologo
È la prima indagine scientifica sulla salute mentale di un Parlamento e i ricercatori dell’università londinese King’s College l’hanno realizzata a Westminster. Risultato? Tre deputati su quattro, nel Regno Unito, avrebbero bisogno dello psicologo, e la Camera dei comuni non li aiuta, perché non garantisce quei servizi di “counselling”, diffusissimi nella maggior parte delle aziende. Lo studio si intitola “La salute mentale dei membri del Parlamento britannico: un’indagine trasversale”. È stato pubblicato sull’autorevole rivista scientifica British Medical Journal e curato dall’Istituto di Psichiatria del King’s, uno degli atenei britannici più prestigiosi.
Sono 146 i parlamentari che hanno risposto al questionario proposto loro dai ricercatori, il 22,4% del totale. Di questi 62, il 42%, risultano avere una salute mentale meno che ottimale, mentre 49, il 34%, soffrono, quasi sicuramente, di disturbi psichici. Solo 35, il 24%, si dichiarano felici e capaci di controllare efficacemente le proprie emozioni. Il campione è ridotto perché rimane ancora forte lo stigma che accompagna chi ha problemi di ansia e depressione. Il 52% degli intervistati, infatti, ha ammesso che non parlerebbe delle proprie difficoltà psichiche con il suo capogruppo in Parla-È mento, mentre il 48% ha dichiarato che non rivelerebbe i propri problemi di stress nemmeno ai colleghi.
Secondo lo studio, se paragonati alla popolazione generale e anche ai manager di alto livello e alle categorie professionali più retribuite, i parlamentari sperimentano un maggiore senso di inutilità e sono più infelici e depressi. Inoltre, dormono male a motivo delle preoccupazioni. Fanno fatica a concentrarsi e a prendere decisioni e si sentono sempre sotto pressione. Mentre il 34% dei deputati sembrerebbe soffrire di disturbi psicologici, tra le categorie professionali più qualificate i depressi non arrivano al 17%.
«In politica si è convinti che ammettere una debolezza provocherà un giudizio negativo dell’elettorato e anche dei colleghi», ha spiegato il laburista Kevan Jones. Proprio della politica come di un lavoro molto difficile parla, nell’articolo del British Medical Journal, uno degli autori, Dan Poulter, egli stesso parlamentare conservatore e psichiatra. «Si lavora fino a sessanta ore la settimana, lontano da casa, senza il sostegno della famiglia – ha spiegato Poulter –. Il Parlamento è un ambiente competitivo, dove si manifesta anche aggressività. I capigruppo, impegnati a mantenere la disciplina di partito cercano di controllare ogni azione dei deputati. Tutto questo genera condizioni di grande stress».