Il Messaggero, 10 luglio 2019
Intervista a Riccardo Scamarcio
Riccardo Scamarcio, attore, è nato a Trani (Puglia).
Occhio al vicino di casa se ha lo sguardo assassino di Riccardo Scamarcio, un crocifisso d’oro al collo come ogni italiano secondo lo stereotipo caro agli stranieri, un’attrazione irresistibile per l’altro sesso e molte cose da nascondere. È l’ora del thriller erotico: nella travolgente carriera dell’attore, 39 anni, che dopo Loro di Paolo Sorrentino e l’imminente La mia strada di Nanni Moretti farà Caravaggio diretto da Michele Placido, entra di prepotenza Welcome Home, fin troppo ambizioso film «di paura» e di sesso diretto dall’americano George Ratliff. Interpretato anche da Aaron Paul (Breaking Bad) e Emily Ratajkowski il cui lato B ostentato su Instagram cattura oltre 23 milioni di follower, esce domani forte di una storia a tinte foschissime: protagonisti sono due americani (Paul e Ratajkowski) che, alla ricerca dell’affiatamento di coppia perduto, sbarcano in un casale nella campagna umbra ma, ahinoi, s’imbattono in Scamarcio e si salvi chi può...
Ma lei com’è finito in questo film?
«Mi sono lasciato conquistare dall’energia, dalla simpatia del regista e dalla possibilità di recitare in inglese. La lingua straniera mi aiuta a tirar fuori le emozioni».
E sarebbero, in questo caso?
«La violenza ma anche la dolcezza del mio personaggio, ambiguo e pericoloso. Mi diverto a fare i cattivi, ma cerco sempre di empatizzare con loro aggiungendo una nota di umanità».
Come ha lavorato con una star dei social come Ratajkowski?
«Benissimo. Emily è bellissima e semplice. Non nasce attrice ma sul set si è difesa alla grande. Non abbiamo mai provato, nemmeno le scene di sesso: meglio puntare sulla spontaneità».
Anche lei è sui social?
«No, per carità. Non sono uno snob ma non potrei proprio mettere in piazza il mio privato. Se lo facessi tradirei me stesso. Non sopporto nemmeno i selfie. Forse m’iscriverò ai social quando saranno passati di moda».
Perché continua a girare un film dietro l’altro?
«Non sono bulimico del cinema, ma adoro lavorare tutti i giorni. Mi chiamano Mister Wolf, come il personaggio di Pulp Fiction, perché risolvo i problemi».
Ma una vacanza, mai?
«E perché dovrei farla? Sul set sto benissimo. Infatti ho molti progetti: girerò due opere prime, poi Caravaggio con Placido. E, anche come produttore, Gli infedeli di Stefano Mordini, remake di un successo francese».
Cosa manca alla sua carriera?
«Interpretare Federico II, l’inventore dello Stato moderno: non sono mai stati realizzati film su di lui».
Intanto ha collezionato otto film in un anno, dove vuole arrivare?
«Alberto Sordi è arrivato a girarne undici nell’arco di dodici mesi. Voglio batterlo».