Il Sole 24 Ore, 10 luglio 2019
Calcio, la bolla delle plusvalenze da 777 milioni
Si gonfia la bolla nei bilanci del calcio italiano. La bolla delle plusvalenze del calciomercato nella stagione sportiva terminata a giugno 2018 è aumentata da 749 a 777 milioni di euro per l’intero calcio professionistico (serie A, B e C). Per oltre il 90% è costituita dalla serie A, nella quale le plusvalenze sono aumentate da 693,4 a 713,1 milioni. Erano 376 milioni nell’esercizio chiuso a giugno 2016.
È una bomba a orologeria, perché l’aumento dei valori dei giocatori nelle compravendite (spesso pagati con la cessione di altri calciatori) e quindi l’incremento delle plusvalenze gonfia i costi nei bilanci, attraverso l’appesantimento degli ammortamenti. La voce ammortamenti e svalutazioni è aumentata da 696 a 777 milioni per l’intero calcio professionistico, per la serie A da 628,7 a 712,6 milioni, lo stesso valore delle plusvalenze.
La fotografia dei conti è nel ReportCalcio 2019, curato dalla Figc in collaborazione con Arel e PricewarerhouseCoopers (PwC), presentato ieri al Senato. Il rapporto è riferito alla stagione chiusa il 30 giugno 2018. Il profilo economico-finanziario è stato curato da PwC, lo ha illustrato Andrea Samaja. L’analisi mostra che stanno peggiorando i conti del calcio. Il rapporto mette insieme i bilanci di tutte le squadre e fa un bilancio complessivo aggregato. Ma poiché le plusvalenze vengono realizzate quasi tutte con la compravendita di giocatori tra squadre italiane, se si facesse un vero bilancio consolidato le plusvalenze, essendo infragruppo, andrebbero eliminate.
Pertanto la perdita effettiva del sistema calcio è molto più alta di quella «ufficiale» che appare dal bilancio aggregato. In serie A i ricavi operativi, escluse quindi le plusvalenze, sono cresciuti del 6,6% a 2.358,3 milioni. Il costo del lavoro è aumentato del 5,8% a 1.473,9 milioni. Le plusvalenze, al netto delle minusvalenze (salite da 24 a 35 milioni), sono pari a 678 milioni, rispetto ai 669,4 milioni del 2016-2017. Secondo il ReportCalcio la perdita netta ufficiale della serie A è stata pari a -98 milioni, rispetto ai -29,5 milioni del 2016-2017. Ma eliminando le plusvalenze nette emerge che la perdita totale effettiva è stata di -776 milioni (-698,9 milioni l’anno precedente, -590,8 milioni al 30 giugno 2016). È questa la perdita reale della serie A. I debiti totali sono aumentati di 258 milioni a 3.883 milioni. Il 30% sono debiti finanziari. Il patrimonio netto aggregato di tutta la serie A è salito da 301 a 429 milioni.
Il “bilancione” aggregato di tutto il calcio professionistico (serie A, B e C) ha un andamento simile. I ricavi, escluse le plusvalenze, sono saliti nell’ultima stagione da 2.601 a 2.774 milioni. Il risultato netto aggregato è pari a una perdita di 215 milioni (-156 milioni nel 2016-2017). Ma se si eliminano le plusvalenze la perdita effettiva è pari a -992 milioni. I debiti totali sono saliti da 4.009 a 4.266 milioni.
Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ha detto con ironia rivolto al presidente della Figc, Gabriele Gravina, che aveva lodato il sistema calcio: «Avete un debito rispetto ai ricavi che è del 120%, siete messi meglio dello Stato nel rapporto debito-Pil, ma non tanto. Se applicassimo le “stupide”, tra virgolette, regole europee troveremmo questo».