ItaliaOggi, 10 luglio 2019
Diritto & Rovescio
Istruzioni del ministero della Istruzione ai docenti per la valutazione della prova di italiano scritto all’esame di maturità. I docenti sono invitati a giudicare se il candidato «adotta strategie di sottoprocessi di scrittura provando più schemi compositivi»; oppure «se si preoccupa marginalmente della inferenza deduttiva e della coerenza logica»; infine se «avverte la cogenza della inferenza deduttiva e il valore della razionalità». Le griglie di valutazione sono costruite in centesimi, spiegano sempre i soloni del ministero della Istruzione, da ricondurre, con «opportuna proporzione», in ventesimi; in pratica si tratta «di sommare i punteggi di dieci indicatori/evidenze/descrittori, poi si divide per cinque con eventuali arrotondamenti». Pensare che al ministero dell’Istruzione ci siano dirigenti che scrivono in questo modo e abbiano queste idee (chiedo scusa alle idee) e costoro non vengano accompagnati alla porta, mi suscita sgomento. Mentre i big politici discutono accanitamente se il sovranismo fa bene o male.