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 2019  luglio 10 Mercoledì calendario

Il Pentagono inquina quanto la Romania

Ha un debito enorme l’impero militare americano. Lo ha accumulato nei confronti del pianeta. Se fosse un paese, si piazzerebbe al 45° posto mondiale per emissioni di gas serra. Inquina da solo come la Romania e consuma tanto carburante quanto una nazione intera come il Portogallo. È la fotografia impietosa che scattano alcuni ricercatori dell’Università Durham e della Lancaster. Guerreggiare su scala globale, mantenendo una forza armata pletorica, ha un’impronta ecologica enorme. Il Pentagono rappresenta da solo l’80% del consumo federale di energia. É il primo responsabile americano per il riscaldamento climatico.
Fra carburanti aerei, navali e terrestri, le forze armate statunitensi hanno emesso l’anno scorso più di 25,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica. La palma del peggiore va all’aviazione (57%), soprattutto ai cargo da trasporto (20%) e ai jet da guerra (20%), che surclassano la marina (26%), l’esercito (13%) e il corpo dei marine (4%) quanto ad emissioni. La corte dei Conti statunitense imputa ai militari di sottovalutare il problema, nonostante lo scorso gennaio i graduati abbiano eletto il cambiamento climatico a minaccia fra le principali alla sicurezza nazionale.
Eppure la Marina ha dedicato una flotta intera al programma Great Green Fleet, che punta a migliorare l’efficienza energetica delle navi e ad adottare nuovi carburanti, “biofuel” di seconda e terza generazione, preservando l’efficacia operativa. L’esercito ha messo su due centri di ricerca sull’ambiente, per studiare il proprio impatto climatico. Sa benissimo che un carro armato Abrams in guerra “beve” come una spugna. In climi caldi e desertici consuma 700 litri di carburante ogni 100 chilometri, il doppio di un omologo francese Leclerc. Fra promesse mancate ed esenzioni climatiche, il cammino del Pentagono verso un’istituzione più ecologica è tutto in salita.