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 2019  luglio 10 Mercoledì calendario

Biografia di Ursula von der Leyen

Presidente Medico, madre di sette figli, caschetto biondo sempre perfettamente pettinato, eleganza un po’ demodé, composta anche nelle situazioni più drammatiche, Ursula von der Leyen, nata Albrecht, ministro della Difesa tedesco, sarà il nuovo presidente della Commissione europea, salvo sorprese dal Parlamento [1].
 
Uomo «La battuta che circola su Ursula von der Leyen, donna d’acciaio in un corpo minuto, è una critica al predecessore Jean-Claude Juncker, pasticcione e dubbioso, e dice così: “Finalmente c’è un uomo alla guida dell’Europa”» [2]. 
 
Antenati Discende da Johann Ludwig Knoop, industriale anseatico, imprenditore del cotone, fatto barone dallo zar Alessandro II. È figlia dell’ex governatore cristiano-democratico della Bassa Sassonia Ernst Albrecht, che fu anche uno dei giovani pionieri della Comunità europea del carbone e dell’acciaio  nonché amministratore delegato del colosso dei biscotti Balsen [3].
 
Ginecologa Nata 61 anni fa a Ixelles, in Belgio, è cresciuta a Bruxelles e parla fluentemente tre lingue. Dal 1986 è sposata con il medico Heyko von der Leyen, erede di una dinastia nobiliare che ha fatto le sue fortune con il commercio della seta. I sette figli (fra i quale due gemelli) sono arrivati mentre lei studiava prima Economia e poi Medicina. Dopo la specializzazione, ha lavorato come ginecologa in una clinica di Hannover [1].
 
Cugini È cugina del noto direttore d’orchestra tedesco Marc Albrecht [4].
 
Cantante Da adolescente, insieme alla famiglia, registrò due canzoni popolari. Una si intitolava Lanciamoci nel bel mondo creato da Dio [5].
 
Religione Luterana osservante, a volte ospite del club Bilderberg [2].
 
Cavalli Pare sia anche una strepitosa cavallerizza [5].
 
Merkel Entrata in politica tardi, nei primi anni Duemila, con la Cdu. È l’unico ministro ad aver fatto ininterrottamente parte dei quattro governi Merkel dal 2005 a oggi. Paolo Valentino: «I maligni dicono che a tanta longevità abbiano contribuito anche le molte controversie che l’hanno indebolita politicamente soprattutto negli anni alla Difesa. “Alla Merkel – dice una fonte governativa – piace circondarsi di persone non troppo popolari o che siano nel mirino delle critiche, che non possano diventare un pericolo per lei”» [1].
 
Pannolino Da ministra della Famiglia, tra il 2005 e il 2009, si batté per migliorare le condizioni delle mamme lavoratrici, impose la costruzione di asili nido e il congedo parentale. Da responsabile del Lavoro, nella legislatura successiva, impose l’introduzione delle quote rosa, persino contro il parere della Merkel. Quando ci riprovò come ministra della Difesa, chiedendo condizioni più agevoli per le soldatesse mamme, i suoi nemici bollarono l’iniziativa come «offensiva pannolino» [5].
 
Soprannome Soprannome dei detrattori: Panzeruschi [5].
 
Trono Ritenuta fedelissima di Angela Merkel, al tempo stesso è sempre stata la sua principale rivale e concorrente. Rahue: «L’unica donna cristiano-democratica in grado di contenderle il trono di cancelliera. Ed è proprio per questo, ovvero per neutralizzarla politicamente, che sei anni fa Angela Merkel, dopo una breve parentesi alla guida del ministero del Lavoro, le affidò il delicatissimo e pericolosissimo incarico di ministro della Difesa. Ursula divenne la prima donna a guidare generali, ufficiali e le imprevedibili gerarchie (maschili) della Bundeswehr» [3].
 
Bundeswehr La missione di modernizzare la Bundeswehr dopo 25 anni di tagli continui al bilancio, sembra essere fallita. Valentino: «Sei anni dopo la Germania continua a essere ben al di sotto del 2% del Pil, concordato in seno alla Nato per la spesa militare. Di più, la ministra è al centro di un fuoco incrociato: il Pentagono (e Trump in persona) l’accusano di spendere troppo poco, gli alleati della Spd la criticano per l’esatto contrario. I generali non si fidano più di lei. I suoi tentativi di riforma non hanno risolto alcun problema. Nel frattempo, lo stato dell’esercito federale è pietoso, gli aerei non volano, le navi non prendono il mare, mancano i pezzi di ricambio, perfino gli aerei del governo sono spesso costretti a lasciare a piedi cancelliera e ministri a causa di guasti improvvisi» [1].
 
Wehrmacht Nel 2017 ha accusato i generali di «debolezza di conduzione» dell’esercito ritrovandosi così al centro di uno scontro con i vertici militari e del conseguente scandalo dopo che in alcune caserme erano stati trovati materiali appartenenti alla Wehrmacht, le forze armate naziste [6].
 
Grecia Ha posizioni molto europeiste, ha più volte detto di avere come obiettivo a lungo termine «gli Stati Uniti d’Europa». Eppure negli anni della crisi greca, si fece notare per aver proposto che Atene ipotecasse le sue riserve auree nazionali a garanzia del prestito concesso dai creditori internazionali. Una posizione talmente radicale che il governo tedesco fu costretto a prenderne le distanze [4].
 
Schäuble Il falco Wolfgang Schäuble arrivò a dichiarare che tenere a bada la crisi della Grecia in mezzo a colleghi come la ministra Ursula era «come attraversare con una candela accesa una stanza piena di nitroglicerina» [2]. 
 
Malumori La decisione di nominarla alla guida della Commissione europea sta creando molti malumori nel Parlamento Ue ma anche in Germania tra i socialisti della coalizione che sostiene la cancelliera Merkel. Divisioni che dovranno essere ricomposte entro il 16 luglio, quando il Parlamento europeo voterà la presidente designata dal Consiglio [6].
 
Delfina Se riuscirà a imporre la sua ex delfina a Bruxelles, Angela Merkel avrà preso uno stormo di piccioni con una fava. Mastrobuoni: «Perché ha proposto una donna, perché von der Leyen è un’europeista di provata fede, perché le sarà sempre molto più fedele di quanto mai avrebbe potuto esserle qualcun altro o, neanche a parlarne, un Jens Weidmann presidente dell’istituzione europea più allergica a intrusioni esterne come la Bce» [5]. 
 
Note: [1] Paolo Valentino, CdS 3/7; [2] Mario Ajello, Mess 3/7; [3] Walter Rahue, Sta 3/7; [4] il Post 3/7; [5] Tonia Mastrobuoni, Rep 3/7; [6] Riccardo Pelliccetti, Giornale 3/7; [7] Francesca Basso, CdS 5/7.