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 2019  luglio 09 Martedì calendario

Sergio Costa: «Basta liti sui rifiuti a Roma. Ora diano spazio ai tecnici»

Sergio Costa è nato a Napoli.
Non vuole chiamarla emergenza, ma situazione di criticità: “Sono due cose diverse tra loro, anche a livello normativo”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, tecnico scelto dai Cinque Stelle, giudica la situazione dei rifiuti a Roma. E la differenza per Costa, ex comandante regionale del Corpo forestale della Campania, generale dei Carabinieri, già referente della Dna nelle investigazioni sulle ecomafie, non è solo un affare per legulei: “Dobbiamo risolvere in fretta le difficoltà della capitale, perché altrimenti si rischia davvero l’emergenza, e quando questa arriva si diventa porosi agli interessi delle mafie”.
Al di là delle definizioni, com’è messa la Capitale?
Rispetto a tre giorni fa la situazione è migliorata, stando alle foto e ai report che ho ricevuto. Venerdì la Regione Lazio ha emesso un’ordinanza per ampliare la capacità di ricevere rifiuti di nove siti del Lazio, ma partendo nel fine settimana il provvedimento ha fatto un po’ più di fatica a dare i suoi effetti. Gli operatori hanno dovuto fare turni straordinari serali e festivi, i siti si sono dovuti organizzare. Ma stiamo entrando a regime.
Per la sindaca Virginia Raggi l’ordinanza è inapplicabile e un’azienda di Aprilia, la Rida, ha ottenuto un’integrazione del provvedimento dalla Regione. E oggi sempre la Rida ha scritto una nuova lettera, in cui sostiene che l’ordinanza può essere applicata solo per una settimana. Bel guaio no?
Tutto è nato con velocità, sia sull’ordinanza che sulla raccolta dei rifiuti. Domani (oggi, ndr) al ministero ci sarà una riunione della cabina di regia con le amministrazioni e con il prefetto. E sarà l’occasione per ricalibrare qualcosa, sia per quanto riguarda il provvedimento che per il piano straordinario di raccolta dei rifiuti.
La Regione deve correggere il testo e il Campidoglio deve organizzare meglio la raccolta. Grave, non crede?
Bisogna modificare qualcosa, da una parte e dall’altra. Può accadere in condizioni del genere, e lo dico avendo investigato per anni su situazioni ben peggiori in Campania.
È normale che Regione e Comune litighino con video e comunicati?
Dobbiamo andare oltre la sterile polemica politica e risolvere il problema dei troppi rifiuti a terra. Possiamo pensare che i controlli li facciano le parti politiche? In riunione suggerirò di lasciare spazio ai tecnici, ossia di fare effettuare le verifiche all’agenzia regionale Arpa e all’Ispra, che dipende dal mio ministero. Organi terzi, che potranno dare consigli ai soggetti coinvolti.
Raggi e Zingaretti hanno esagerato?
Le polemiche non servono. Io ho scelto un operoso silenzio.
Lei ha dovuto commissariarli.
La parola commissariamento mi fa attorcigliare lo stomaco (sorride, ndr). La cabina di regia è una camera di raffreddamento delle rispettive istanze, dove confrontarsi e trovare soluzioni semplici a problemi complessi.
I sindaci della zona di San Vittore (Frosinone), dove c’è il termocombustore nel quale dovrebbe affluire gran parte dell’immondizia, sono sul piede di guerra. C’è chi minaccia di bloccare l’Autostrada A1.
È comprensibile che i sindaci alzino la voce. Ma a noi serve un periodo di tempo limitato per uscire dal disagio attuale, l’ordinanza non è una misura strutturale. Chiedo ai sindaci un surplus di pazienza.
Ma come si esce da questo sfacelo?
La Regione deve approvare un piano rifiuti per la costruzione di nuovi impianti, e mi hanno detto che ciò potrà avvenire entro l’estate. Dopodiché a mio avviso si potrebbe puntare su impianti di compostaggio e altri centri di selezione in vari punti del Lazio.
Quanti e dove vanno costruiti?
Non mi permetto di dirlo, questo spetta all’ente regionale. Però per la mia esperienza si potrebbero costruire impianti medio grandi, correlati ad altri micro-siti di prossimità. Come si dice in gergo, un sistema di compostaggio a stella. Per realizzarlo tra bandi e tempi di costruzione ci vorrebbero tra i 3 e i 4 anni.
E nell’attesa? Appena un Tmb si ferma Roma sprofonda.
Stiamo negoziando con due o tre Paesi europei per inviarvi parte dei rifiuti.
Di quante tonnellate parliamo?
Non glielo posso dire, altrimenti rischierei di far alzare il prezzo nella negoziazione internazionale, che invece deve rimanere bassa a beneficio dei cittadini che già stanno soffrendo troppo. Ma conto di chiudere tutto nel giro di qualche settimana. E la bolletta per i romani a mio avviso non salirà: anche le raccolte straordinarie di rifiuti costano.
A dicembre il Tmb Salario è andato a fuoco, e in città i cassonetti bruciano di continuo. La criminalità organizzata c’entra sulla crisi di Roma?
Più ti spingi verso la soglia dell’emergenza ambientale, più apri alle mafie. Anche perché l’emergenza richiede norme più veloci e quindi con maglie più larghe, in cui può insinuarsi la criminalità. Sono molto attento quando brucia un Tmb.
Nella Capitale vede brutti segnali?
Per questo bisogna intervenire a Roma, per non lasciare spazio a chi non aspetta altro.