Libero, 9 luglio 2019
De Magistris si fa la barca per salvare i migranti
Il magistero papale ormai coincide col magistero di De Magistris. E, a buona ragione, pensi che l’uno possa candidarsi a sindaco di Napoli e l’altro ambire a fare il Papa. Oppure insieme potrebbero costruire una Lega Santa per andarsi a riprendere i migranti in mare. A riguardo, torna utile rileggere le dichiarazioni di Bergoglio degli ultimi tempi. 27 maggio: «Il motto dei veri cristiani è prima gli ultimi, e i migranti sono diventati emblema dell’esclusione». 10 giugno: «L’Ue chiude i porti ai migranti, ma li apre alle armi». 2 luglio: «Il mondo è sempre più crudele verso gli esclusi e alcune regioni non vogliono prendersi cura dei rifugiati». E diventa interessante ricordare quanto detto a proposito dal sindaco partenopeo. 7 gennaio: «A Napoli abbiamo la disponibilità di 450 imbarcazioni per andare a recuperare queste persone che stanno morendo in mare». 3 giugno: «A fine mese nel nostro mare avremo il primo corteo con centinaia di barche, sui temi del mare come luogo di accoglienza e non di separazione».A leggerle, ti rendi conto che entrambi sono ossessionati da un concetto, Migranti, facendone il principale oggetto delle loro omelie e discorsi, e il destinatario principale della loro missione pastorale e civile. Lo fanno con una tale insistenza e continuità, che a volte ti sembra che le ultimissime dichiarazioni siano state riprese pari pari dal giorno precedente. Così, prima ancora che Bergoglio o De Magistris parlino sui migranti, sai già cosa diranno a proposito. Più che parole di Dio o di Sindaco, sembrano parole di un Disco Rotto. Ieri, quasi a suggellare questa intesa, entrambi hanno fatto capolino a Lampedusa. Il più audace è stato il sindaco di Napoli che ha lanciato una crociata per salvare i migranti in mare: «Il porto di Napoli è aperto, e porto significa accoglienza. Stiamo costruendo una piccola flotta con velieri, gommoni, barche perché siamo disposti ad andare a soccorrere i migranti», ha detto. Ma anche il Papa, in occasione del 6° anniversario della sua prima visita apostolica nell’isola, non si è risparmiato, sciorinando il suo repertorio sul tema. In primo luogo, il concetto per cui «per Dio nessuno è straniero». Quindi l’idea per cui i migranti non sono solo migranti, ma anche persone e «non si tratta solo di questioni sociali». Da ultimo, il concetto per cui siamo tutti chiamati ad accogliere e divenire paladini dell’accoglienza. «Si tratta di una grande responsabilità», dice Bergoglio, «dalla quale nessuno si può esimere». Il Papa usa a proposito l’immagine della scala di Giacobbe che permette a ciascuno di raggiungere il Paradiso. «Il collegamento è accessibile a tutti», avverte Bergoglio. «Ma salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati. Mi piace allora pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi». Il pontefice dimentica tuttavia che chi prende sottobraccio o a bordo quei disperati non sono spesso degli angeli, ma al contrario dei demoni chiamati scafisti e trafficanti di uomini. Ecco perché rischia di essere un’arma a doppio taglio la preghiera rivolta a chi aiuta i disperati, quindi agli operatori delle ong: «Signore Gesù, benedici i soccorritori nel Mar Mediterraneo, e fa crescere in ciascuno di noi il coraggio della verità e il rispetto per ogni vita umana», recita durante la messa un fedele. Un messaggio talmente esplicito che don Mattia Ferrari, il primo sacerdote salito sulla nave Mare Jonio della ong Mediterranea (sequestrata due mesi fa), e presente ieri alla celebrazione di Lampedusa, lo ha considerato un sostegno a Carola Rackete: «Penso che nella preghiera per i soccorritori fosse incluso anche il pensiero a Carola e a tutti quelli che non si risparmiano per salvare vite umane in mare», dice don Ferrari. In generale, è davvero mortificante sentire un Papa parlare solo di salvataggi nel Mediterraneo e non di salvezza eterna. Quanto sarebbe bello, Sua Santità, se oltre che al Mare pensasse anche al Cielo.