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 2019  luglio 09 Martedì calendario

Diagnosi e terapia del colpo di caldo

 Una volta veniva chiamato “insolazione”, un termine popolare usato per descrivere il malessere causato dalla prolungata esposizione al sole, una sindrome registrata di frequente in queste prime settimane estive, la quale, se non riconosciuta ed affrontata, può avere gravi conseguenze anche fatali. Il colpo di calore infatti, è una vera e propria condizione patologica che si verifica quando ci si espone per troppo tempo ad elevate temperature, ai raggi solari, all’alta umidità, all’afa e al caldo bollente, e quando si affrontano tali condizioni climatiche senza alcuna protezione. Il colpo di calore in medicina è chiamato “ipertermia”, perché provoca un forte aumento della temperatura corporea simile a quello della febbre, ma mentre questa è una risposta dell’organismo ad uno stato di infezione batterica o virale, ed insorge a prescindere dalla temperatura esterna, l’eccessivo riscaldamento corporeo è invece la causa principale dell’ipertermia. I primi sintomi del colpo di calore sono la sudorazione copiosa, in quanto il corpo cerca di dissipare attraverso il sudore il calore in eccesso, e un misto di segnali quali lieve confusione mentale, crampi addominali e muscolari, nausea e vomito, per cui tale sindrome spesso viene scambiata dal paziente per intossicazione alimentare. Quando l’ipertermia è conclamata, con una temperatura corporea che raggiunge i 40gradi, compaiono i brividi simili a quelli da freddo, accompagnati da sintomi neurologici quale ottundimento del sensorio, cefalea, capacità di controllo ridotte, ed emergono istinti aggressivi anche verso eventuali soccorritori. Inoltre insorge la disidratazione, un processo endotermico dovuto all’evaporazione attraverso il sudore del calore, per raffreddare la pelle, e la perdita di acqua, se non compensata, disidrata anche gli organi interni, cervello compreso, riducendo la pressione sanguigna al minimo, causa di frequente ipotensione con perdita di coscienza.

L’AFFATICAMENTO
Il nostro cervello infatti, in condizioni estreme, o molto lontane dalla norma, tende ad affaticarsi facilmente, predisponendoci con maggiore facilità a comportamenti impulsivi, che mettono a dura prova l’equilibrio psicofisico di ognuno di noi, e quando si surriscalda, tutte le cellule cerebrali subiscono il danno dovuto all’alterato livello di minerali ed elettroliti essenziali. In questi casi intervenire in tempo è fondamentale per evitare gravi complicanze non solo encefaliche, ma anche a livello di organi quali cuore, reni, muscoli ed apparato vascolare, il quale spesso va in shock volemico per l’improvvisa riduzione della pressione arteriosa. Il primo soccorso ad un soggetto in ipertermia è quello di portarlo immediatamente all’ombra, in un posto fresco e ventilato, fornendogli impacchi di acqua fredda o ghiaccio sulla testa, sul collo, sotto le ascelle e all’inguine, ovvero nei distretti dove scorrono le arterie più importanti, cercando di abbassare la temperatura corporea vaporizzando il corpo con spruzzi refrigeranti. Vanno poi somministrati liquidi salati, per esempio mettendo un cucchiaino di sale e due di zucchero in un litro di acqua, ed in attesa del soccorso medico bisogna controllare sempre la temperatura corporea e l’intorpidimento mentale, ovvero verificare che il paziente risponda ai comandi e non si distacchi dalla realtà. Il colpo di calore comunque necessita sempre di ricovero ospedaliero, a tutela della vita di tutti gli organi coinvolti, e solo successivamente vanno curate le eventuali ustioni e lesioni della pelle con farmaci anti-eritema a base di cortisone.

PRE-COMA
Nell’organismo umano in salute la temperatura corporea interna ed esterna, viene mantenuta costante, dai centri di controllo cerebrali, ad un valore di circa 37gradi, qualunque siano le condizioni climatiche, ma quando l’esposizione al caldo è eccessiva, la sudorazione non è più in grado di raffreddare la superficie cutanea e il corpo diventa incapace di controllare la temperatura, cosicché questa sale rapidamente causando sofferenza cerebrale, che può arrivare a manifestarsi con convulsioni, allucinazioni e perdita di coscienza, un pre-coma che va affrontato rapidamente in un centro di rianimazione. Fortunatamente i colpi di calore registrati in queste settimane nei nostri ProntoSoccorso non sono stati così gravi, ma è necessario sottolineare che si tratta in ogni caso di una risposta infiammatoria sistemica che coinvolge tutto l’organismo, e che può verificarsi anche a due giorni di distanza dall’insolazione, naturalmente se non trattata all’inizio. I soggetti più vulnerabili sono i bambini molto piccoli, gli anziani, e le persone affette da patologie croniche quali obesità, ipertensione, malattie cardiovascolari e respiratorie, neurologiche, insufficienza renale e disturbi dell’equilibrio idroelettrolitico. Il colpo di calore rappresenta quindi un’emergenza medica che va trattata in maniera repentina, poiché il caldo estremo brucia e danneggia tutte le cellule, e può condurre a disfunzioni multiorgano irreversibili, come la rabdomiolisi (distruzione delle cellule muscolari), insufficienza renale ed epatica acuta, sindrome da distress respiratorio e danni cerebrali permanenti. Per evitare la sindrome da ipertermia bisogna imitare coloro che sono abituati a viaggiare nel deserto, i quali non subiscono quasi mai il colpo di calore, perché essendo a conoscenza che il primo potenziale nemico durante la traversata è il sole ed il caldo, si proteggono con abiti traspiranti, e si coprono a dovere, viso compreso, idratandosi continuamente, come fanno i loro cammelli attingendo alle proprie riserve idriche.