il Fatto Quotidiano, 9 luglio 2019
In estate è più difficile avere figli
Le zie possono stare tranquille: “Partire in due e tornare in tre” è un luogo comune infondato, almeno in estate. Sì perché caldo, relax e intimità influenzano poco o per nulla la fertilità: anzi, il picco dei concepimenti è nel periodo invernale, a dicembre soprattutto. Merito di Babbo Natale.
Luglio, col bene che ti voglio, è inadatto agli aspiranti genitori. La stagione calda, infatti, a dispetto dei bollori, non è la migliore per avere un figlio; al contrario: “In tutta Europa, da almeno vent’anni, si registra un aumento delle nascite proprio a luglio, agosto e, in particolare, settembre. Dal 2015 al 2019 c’è stato un boom in tal senso, ciò significa che il concepimento maggiore è intorno a Natale”, ha spiegato Claudio Giorlandino, ginecologo e direttore generale dell’Italian College of Fetal Maternal Medicine.
È vero, però, che la fertilità è correlata al benessere psicofisico, per cui “nei periodi di maggiore serenità e felicità – come una vacanza – c’è più possibilità di concepire, legata anche al maggior numero di rapporti”. Tuttavia non esiste alcuna influenza ambientale o correlazione neuroendocrina tra relax e fertilità; per agire sul sistema endocrino il riposo deve essere prolungato, non bastano certo due o tre settimane di ferie: “All’uomo occorrono almeno sei mesi per ‘migliorare’ gli spermatozoi, mentre alla donna può servire anche un anno intero per regolare l’attività ovulatoria”.
L’ozio, insomma, non è di per sé amico della fertilità, anche se la vacanza, conclude il medico, “favorisce la predisposizione ad avere più rapporti sessuali e quindi la disponibilità ad avere figli”.