la Repubblica, 9 luglio 2019
Biografia di Kyriakos Velopoulos
Fuori Alba Dorata. Dentro il piazzista-tv filo-Putin. L’estrema destra greca cambia cavallo e ridisegna (perdendo tantissimi consensi) il proprio identikit. Alba Dorata, il partito filonazista che nel 2015 aveva preso quasi il 10% dei voti, si è fermato al 2,93%, 4mila voti sotto la soglia di sbarramento, ed è fuori dal Parlamento. Al suo posto debutta in aula con il 3,7% e dieci seggi il più improbabile degli astri nascenti: Kyriakos Velopoulos, una sorta di Wanna Marchi al maschile del piccolo schermo greco. L’abilissimo venditore di lozioni miracolose per capelli (con un certo sprezzo del pericolo, è calvo) e di manoscritti vergati a mano da Gesù che in poco tempo ha creato da zero un miracolo politico: Soluzione greca. Il partito unipersonale plasmato a immagine e somiglianza del suo padre-padrone – cospirazionista, ultraortodosso, antisemita e filo- Putin – che da oggi è il difensore numero uno della tradizione e dell’eredità dell’antica cultura greca.
«Non mi aspettavo andasse così bene – ha confessato Velopoulos – Il segreto del mio successo? Ho attraversato la Grecia tre volte incontrando migliaia di persone». Non è solo questo. I guai di Alba Dorata, travolta dal processo per l’omicidio del rapper Pavlos Fyssas e dalla gestione familista del leader Nikolaos Michaliolakos, hanno aperto una voragine sul fronte destro dell’arco costituzionale greco. Un vuoto politico che lo psichedelico programma elettorale di Soluzione greca ha riempito. La ricetta di Velopoulos è semplice: no all’accordo sulla Macedonia. Un’eresia agli occhi del presentatore tv, autore di un non fortunatissimo tomo su Alessandro Magno. A seguire un cocktail di pillole di buonsenso – meritocrazia e trasparenza nella pubblica amministrazione, più ordine nelle strade – shakerate con idee strampalate: un muro al confine con la Turchia («minando i campi attorno») per fermare i migranti, la pena di morte per pedofili e spacciatori, royalties per i musei stranieri che ospitano vestigia dell’antica Grecia. Più la classica richiesta nazionalista dei danni di guerra alla Germania. Il messaggio è stato veicolato da un diluvio di spot sulle tv private. «Troppi per essere stati pagati da lui», dicono i critici, insinuando finanziamenti da Mosca. Lui, malgrado le frequenti tirate pro-Putin, continua a negare. La Grecia si è liberata di Alba Dorata. Ma solo per trovarsi con un’altra gatta da pelare.