Corriere della Sera, 9 luglio 2019
Alitalia, 800 giorni con i commissari
La gestione commissariale di Alitalia celebra oggi il suo 799esimo giorno senza una soluzione. Solo per dare un’idea dei tempi biblici di questa procedura, basterà ricordare che quella guidata nel 2008 da Augusto Fantozzi approdò alla creazione della new company dei «capitani coraggiosi» nel giro di poco più di 100 giorni (la liquidazione della bad company invece è ancora in corso). Si dirà che quell’operazione non fu un successo. Certo è che oggi, come allora, non spetta certo ai commissari trovare una soluzione ma alla politica. Cosa dobbiamo dunque aspettarci dalla politica lunedì, quando scadrà l’ennesima proroga per la presentazione delle offerte vincolanti? Dal ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, che cura il dossier, ieri è giunta la smentita di ulteriori rinvii. Una precisazione che suona come l’ennesimo ultimatum rivolto a Atlantia: «Se non fate un’offerta ora, siete fuori». In realtà la società guidata da Giovanni Castellucci non ha intenzione di venire allo scoperto fino a quando non sarà qualcun altro a rivolgerle l’invito. Atlantia si fa forte del fatto che i tre attuali pretendenti, Claudio Lotito, i Toto e Germán Efromovich, azionista di Avianca, non sarebbero graditi né al ministero dell’Economia (che nell’operazione dovrà investire) né all’advisor Mediobanca. Se dunque il 15 luglio passerà invano senza un’offerta considerata attendibile, un altro rinvio potrebbe esserci, magari «mascherato» da qualcos’altro. Ad esempio, Ferrovie potrebbe dire di aver identificato alcuni soggetti disponibili e chiedere del tempo per esaminarne i dossier. Oppure Di Maio potrebbe rompere gli indugi e puntare su una delle tre offerte, cercando di forzare la mano. Cosa farà a quel punto il Tesoro? Sono in molti a scommettere che si opporrà, chiedendo l’intervento del premier Conte. E quindi, per suo tramite, di Atlantia.