la Repubblica, 8 luglio 2019
La partita che persi contro Billie Jean King
Stavo percorrendo le notizie del computer quando mi sono apparse tre persone che conoscevo, l’intervistatrice Mary Carrillo, Rod Laver che, avendo vinto il Gran Slam nel 1962 e nel 1969, viene considerato, chissà per quale ragione, meno forte di Roger Federer, e Billie Jean King, la prima tennista che ha avuto il coraggio di parlare della propria omosessualità. I tre avevano certo in comune di aver giocato a tennis a livelli altissimi. Molto alto anche quello di Mary, nata a Milano dove suo padre lavorava, e campionessa di misto al Roland Garros con McEnroe. Entrambe le donne avevano lasciato i rispettivi sposi per incontrare due spose, anche senza manifestazioni pubblicitarie quali Martina Navratilova a Flushing Meadows. Con Billie Jean e Laver ho il privilegio di aver giocato. Son stato in campo a Milano, alla fiera campionaria, quando, sotto l’organizzazione di Levi Della Vida si giocava un grande torneo. Carlo Levi mi aveva chiesto di andare ad accogliere Rod all’aeroporto di Linate, e appena in macchina il tennista aveva tolto da una borsa uno strumento pieno di ghiaccio, per fasciarsene il braccio. Giunti alla fiera mi aveva chiesto di scendere in campo, per vedere come funzionasse il suo gomito. Non doveva andare tanto male, se il 6 a 1 per Rod ancor oggi mi pare gentile, da parte sua.
A Billie Jean feci un’intervista a Wimbledon, in un giorno di pioggia, sui campi coperti che sorgono di fronte al ristorante giocatori, poi scendemmo in campo e mi ritrovai battuto 6–4 della giocatrice che stabilì il record di pubblico nel suo match contro Bobby Riggs il 20 sttembre 1973, davanti a 30.472 spettatori paganti, addirittura tramandatoci in un film: vinse la King 6-3 6-4 6-3 e Riggs venne chiamato “pig” dal pubblico femminile.
Nell’intervista Laver, abbigliato non ufficialmente in camicia, ha detto che, dopo il 1962, tutti i dirigenti australiani gli avevano suggerito di non diventare professionista, così da andare avanti a guadagnare 10.000 dollari abusivi l’anno, sinché non aveva deciso di piantarla, vinto il secondo Gran Slam. I 2 hanno avuto la loro immagine proiettata durante il Ballo ufficiale di Wimbledon, che vinsero lo stesso anno, nel ’68. Ero uno degli spettatori, e confesso il mio dispiacere per non essermi rivisto, almeno sullo sfondo, almeno insieme ai camerieri. Ma non è facile diventare un poco famosi, diciamo famosetti.