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 2019  luglio 07 Domenica calendario

Lennon o McCartney? Lo decide un computer

Sappiamo che Yesterday è di Paul McCartney e Come Together è di John Lennon, ma cosa dire di altri pezzi scritti a quattro mani come Ask Me Why, A Hard Day’s Night e Michelle? A distanza di oltre cinquant’anni la loro paternità è ancora in discussione e la risposta potrebbe arrivare da un’intelligenza artificiale. 
A inizio carriera, negli anni ‘60, i due di Liverpool erano soliti firmare con entrambi i nomi tutti i loro brani a prescindere da chi fosse il reale autore. Con il tempo poi, tra conferme, litigi e smentite, la gran parte della produzione ha trovato una paternità certa ma alcuni pezzi rimangono contesi. Visto che storici e musicologi non hanno trovato risposta, si è pensato di chiedere aiuto a un’intelligenza artificiale. Ideata dai ricercatori dell’università americana di Harvard e di quella canadese di Dalhousie, la macchina riconosce le peculiarità dei due artisti. 
Negli ultimi tre anni, i ricercatori le hanno fatto «ascoltare» 70 brani scomposti nei loro elementi essenziali come parole, versi, riff, ritornelli e melodie per insegnarle a riconoscere con certezza le specificità di Lennon e McCartney, il loro modo di comporre e di esprimersi con le sette note come con le lettere. L’hanno poi messa alla prova con brani di attribuzione certa e ha individuato correttamente l’autore tre volte su quattro (su Eleanor Rigby era incerta, con You Won’t See Me e She Said She Said ha sbagliato). 
A questo punto è scattata la seconda fase dell’operazione. Le è stato chiesto di analizzare otto brani o loro porzioni tra i più contesi di sempre, tutte opere che vanno dal 1962 al 1966, quando i due stavano creando lo stile che li avrebbe resi celebri. Oltre a Ask Me Why e Wait anche Do you Want to Know a Secret, il bridge (la porzione di brano che conduce al ritornello) di A Hard Day’s Night , Michelle e What Goes On, e poi due porzioni di In My Life. Il risultato? Ha vinto Lennon otto a zero. Sono tutti suoi.  
Se però per la maggior parte dei pezzi la macchina è convinta della propria intuizione, in Wait ha riconosciuto anche tanti elementi caratteristici di Sir Paul. 
C’è incertezza anche su In My Life, uno dei pezzi più dibattuti dei quattro di Liverpool proprio per colpa dei suoi due autori. Pubblicata nel 1965 in Rubber Soul, Lennon inizialmente dichiarò che la musica era sua per poi ritrattare e ammettere un piccolo contributo del socio. Che la macchina ha riconosciuto: ha attribuito il 57 per cento del bridge all’autore di Imagine e il resto al contendente. Sarebbe quindi di entrambi, questione risolta. E invece no perché nella sua biografia del 1976, Paul McCartney in His Own Words, Sir Paul afferma che la musica è tutta sua, anche il bridge, aggiungendo che l’avrebbe composta con il suo mellotron (una sorta di pianoforte elettronico).  Così, in questo enigma senza fine, solo una cosa è certa: di fronte ai misteri beatlesiani anche la macchina deve arrendersi.