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 2019  luglio 07 Domenica calendario

Contro Balotelli

Si dirà che è una scommessa. Si dirà che è una balotellata. Si dirà che ne abbiamo viste tante. E invece no. La parola chiave in questo caso è una sola: umiliazione. Tra chi assiste alla scena c’è chi ride, il che farebbe appunto pensare a una bravata; e c’è chi incita, il che potrebbe rimandare alla sfida insita in una scommessa. Ma in realtà tutti quelli che partecipano all’allestimento dello spettacolo stanno mettendo sul piatto parte della propria dignità. E l’impressione è che lo sappiano. Dopo aver lanciato la sfida, Balotelli piega la testa e accende una sigaretta, si vede che è a disagio. Il giovane sullo scooter, invece, prima si muove in modo goffo, perché si è dovuto mettere in mutande, poi gesticola, come chi vuole darsi un tono nonostante tutto. Entrambi partecipano così all’umiliazione collettiva. Che non sta tanto nell’umiliarsi umiliando l’altro offrendogli duemila euro, come fa Balotelli che se lo può permettere; o nel denudarsi e mettersi in mostra per battere addirittura Super-Mario, come fa il giovane tuffatore motorizzato. Ma che sta, piuttosto, nell’accettare il ruolo che altri hanno deciso per noi. Balotelli è quello delle balotellate? Ed eccolo appunto mentre ne fa una. Il napoletano del cliché è quello che non si fa mettere nel sacco dal riccone di turno? Ed eccolo appunto vincere la sua partita. In più c’è Napoli, solo che questa non è più la città degli sciuscià, o degli scugnizzi pagati per tuffarsi dagli scogli, quella denunciata dai film di De Sica o dai romanzi di Malaparte. È semmai la città che tra i simboli delle Universiadi ha scelto un altro tuffatore, quello affrescato a Paestum. Cioè la testimonianza di tutta un’altra storia.