il Giornale, 7 luglio 2019
Ronaldo ha portato alla Juve 870 milioni
A un anno dall’ingresso in squadra di Cristiano Ronaldo, l’«effetto CR7» sulla Juventus si può dire che sia stato travolgente. «L’affare del secolo» ha portato alla società della famiglia Agnelli (la cui holding, Exor, controlla il 63,8% del capitale) un posto nel Ftse Mib, l’indice più prestigioso di Piazza Affari e 869 milioni di euro in più di capitalizzazione di Borsa, pari a un guadagno del 120 per cento.
Era il 10 luglio dello scorso anno quando, dopo giorni di infuocate indiscrezioni sul passaggio del bomber dal Real Madrid alla Juve che avevano registrato persino l’intervento della Consob, i giornali titolavano sul raggiungimento dello storico accordo: CR7 sarebbe entrato nel club bianco nero per 100 milioni di euro e con un ingaggio fino al 30 giugno 2022. Tra cartellino, commissioni e ingaggio il conto tuttavia per la Vecchia Signora era stato calcolato in 357 milioni.
Sul campo CR7 ha segnato 21 goal in 30 presenze di campionato concorrendo a portare alla squadra l’ennesima vittoria dello scudetto (l’ottavo di fila per il club), 6 goal nelle 9 presenze in Champions e uno nelle tre presenze tra Coppa Italia e Supercoppa. Ma anche in Borsa i successi non si sono fatti attendere: il titolo ha raddoppiato il proprio valore, passando da 0,66 euro, il prezzo del 29 giugno dello scorso anno prima che iniziasse il tourbillon di rumor sul possibile arrivo in squadra di CR7, agli attuali 1,51 euro. In termini di capitalizzazione la Vecchia Signora è passata da 660 milioni a 1,53 miliardi.
C’è chi dice che il club abbia fatto «un passo più lungo della gamba» considerando l’elevato indebitamento e ipotizzando una bolla speculativa bianconera dato che la «Vecchia Signora» quota in Borsa 18 volte circa il valore dei mezzi propri il (79,5 milioni a dicembre), rispetto ad esempio alle 5,9 volte del Manchester United. Una simile valutazione non è certo giustificata dal risultato netto visto che la prematura uscita dalla Champions League ai quarti di finale ad opera dell’Ajax dovrebbe portare i bianconeri a chiudere in rosso. In attesa della pubblicazione dei conti relativi esercizio 2018-2019 prevista per la seconda decade di settembre, un recente studio di Intermonte stima per la Juve una perdita netta sull’esercizio intorno ai 50 milioni, un utile operativo negativo per 32 milioni, un margine operativo lordo di 132 milioni (+8%) e 585 milioni di ricavi (da 505 milioni). A pesare sui conti è l’ammortamento del cartellino dei giocatori (in particolar modo di CR7), che ha fatto lievitare i costi totali dei giocatori del 27% vicino ai 300 milioni. Di contro il portoghese dovrebbe aver generato un boom di ricavi commerciali attesi intorno ai 115 milioni, oltre a diritti tv e vendita biglietti dell’Allianz Stadium.
I maggiori punti interrogativi riguardano tuttavia il debito che un anno fa si attestava a 309,8 milioni, era salito a fine dicembre a 384,3 milioni e, secondo indiscrezioni di mercato, potrebbe ormai aver superato i 500 milioni. Anche per questo nello scorso febbraio il club ha deciso di ristrutturare le esposizioni con l’emissione del «Ronaldo Bond», un’obbligazione da 175 milioni che paga una cedola fissa al 3,375% in scadenza nel 2024 ed è quotata sull’EuroTlx di Dublino. Il «CR7 bond», sebbene privo di rating e con un prospetto che specifica come «la significativa leva finanziaria può rendere difficile per la Juventus sostenere il suo debito, inclusi i bond, e gestire la sua attività sociale», aveva raccolto a febbraio, adesioni per oltre 250 milioni anche sull’onda dell’entusiasmo per il calciatore portoghese. Ne consegue che la Juve 2019-20 ha un obbligo: vincere la Champions per la gloria e per il conto economico.