Libero, 7 luglio 2019
I terremoti fanno bene all’economia
Il primo terremoto lo registrò nel 1769 vicino a dove ora si trova Los Angeles proprio la spedizione spagnola che, con alla testa Gaspar de Portolá, esplorò per prima la California. Il più forte, con magnitudo 7,9, fu quello di Fort Tejon del 9 gennaio del 1857, che però provocò solo due morti perchè in California allora si viveva soprattutto in tende e case di legno. Il più micidiale, oltre che il più famoso, fu dunque quello di San Francisco del 18 aprile 1906, che provocò incendi e uno tsunami, e uccise 3000 persone. L’ultimo è appunto questo che alle 22,20 di venerdì ora di Los Angeles e 5,20 ora italiana ha fatto tremare la California meridionale. Magnitudo 7,1 gradi della scala Richter, e secondo i sismologi il più forte degli ultimi vent’anni, con un’energia sprigionata pari a undici volte più di quella registrata giovedì sempre nella stessa area, tra Ridgecrest e Los Angeles, e che già era stata classificata come la più forte negli ultimi vent’anni. Il governatore della California Gavin Newsom ha dichiarato lo stato d’emergenza nella contea di San Bernardino e ha anche chiesto al presidente Donald Trump di dichiarare lo stato d’emergenza nazionale in modo da poter inviare più rapidamente gli aiuti e i soccorsi necessari.
UNO OGNI DUE ANNI
Ma la California, si sa, ai terremoti è abituata. Attraversata da una quantità di faglie, ve ne sono stati registrati 12 nel XIX° secolo: per gran parte del quale la egione fu spopolata, e quindi le scosse si percepivano forse di meno. Nel XX° secolo ne sono stati infatti contati ben 52, alla media di più di uno ogni due anni. E questa media è infatti confermata dai dieci terremoti che ci sono già stati nei primi 19 anni del XXI° secolo. Eppure, questo ballo continuo della terra non impedisce alla California di essere lo Stato di Hollywood, di Disneyland, di Silicon Valley, della Caltech, della ricca agricoltura della Central Valley, del vino di Santa Barbara e della Wine Country. Sarebbe la quinta nazione della terra per Pil se fosse indipendente, e questa capacità di creare ricchezza malgrado la media di un terremoto ogni due anni la collega idealmente a un altro Paese imprenditoriale e sismico come il Giappone. La differenza è che il Giappone ha una cultura antichissima e la California recentissima. Dalle due parti opposte del Pacifico, giapponesi e californiani condividono però quella mentalità secondo cui è inutile accumulare troppe ricchezze immobiliari destinate poi a essere periodicamente distrutte, ed è meglio piuttosto cercare l’innovazione e far circolare i soldi. A quanto afferma il direttore dei servizi di sicurezza della California Mark Ghillarducci, l’esatta dimensione dei danni provocati dal sisma si deve ancora avere. Ma la stima di un miliardo di dollari che già circola sarebbe al livello delle scosse più distruttive del XXI° secolo: quella nella parte messicana della California, il 4 aprile del 2010, e quello di Napa del 24 agosto 2014. Mentre nel primo ci furono però 4 morti e 233 feriti e nel secondo un morto e 200 feriti qui non so registrano ancora vittime, anche se ci sono stati 24 feriti nella scossa di giovedì.