Il Messaggero, 7 luglio 2019
Intervista a Mara Carfagna
Onorevole Carfagna, o martedì nel tavolo delle regole di Forza Italia si decide di fare le primarie, come vuole Toti, o sarà scissione?
«Questo lo deve chiedere a lui. Intanto io non ho visto alcuna tendenza alla scissione, che pure era stata paventata, nella sala del Brancaccio, e neppure ho sentito toni provocatori o bellicosi. Ho notato viceversa energie positive. E voglia di partecipare. Quelle persone vanno rispettate. Il modo migliore per rispettarle è uscire dalla logica delle opposte tifoserie e non mortificarle in schemi da diatriba o da contrapposizione personalistica. Si tratta di persone che credono in Forza Italia, vogliono proiettarla nel futuro rendendola di nuovo grande e non credo che si accontentino di chiudersi nel recinto dei tifosi dell’uno o dell’altra».
Ma le primarie – tra Toti, Carfagna e altri concorrenti – le fate o no?
«Di sicuro il presidente Berlusconi è il primo che ha avviato la fase del rinnovamento di Forza Italia e non vuole abbandonarla. Si tratta ora di trovare lo strumento migliore, primarie o congresso, per coinvolgere e valorizzare nella vita del partito militanti, dirigenti ed eletti. Cioè quel popolo di Forza Italia che vuole riportare il nostro partito ad essere centrale nello scenario politico italiano. Occorre avviare un percorso di democratizzazione del partito che sia serio, reale, partecipato, condiviso».
Anche lei vuole le primarie?
«Ho una mia idea e la confronterò con quelle degli altri da martedì. Credo nelle primarie riservate agli iscritti. Uno si iscrive al partito, pagando non 50 euro ma 5, e può farlo anche contestualmente al voto nel gazebo. votare. Non basta insomma, come nelle primarie del Pd, aderire a un manifesto dei valori. L’iscrizione è fondamentale per evitare truppe cammellate e infiltrazioni».
La partita sarà tra Toti filo Lega e Carfagna anti-Lega?
«Non sono contro la Lega. Sono per una Forza Italia ancorata al centrodestra, ma che non dava a rimorchio di nessuno. Quanto a me e a Giovanni, abbiamo due opzioni diverse, e si confronteranno alle primarie o nel congresso. Secondo me, servono meno muscoli – perché la Lega li usa già molto bene – e più testa e cuore. I muscoli bastano a indicare i problemi ma poi cuore e testa servono per risolverli. Io immagino un partito che non sia la fotocopia sbiadita della Lega. Esistono già due partiti di destra, il Carroccio e Fratelli d’Italia, e serve riequilibrare il centrodestra dando voce a tutta quella parte d’Italia che da un anno non è rappresentata. Non basta più prendersela con i 5 stelle. È il momento di richiamare anche Salvini alle sue responsabilità. Purtroppo sta consentendo a M5S di sfasciare il Paese».
L’11 luglio al don Orione a Roma sarà Tajani a riunire i suoi. Aumentano le correnti?
«Un partito vivo è un partito che si riunisce, che discute, che si confronta. A settembre ci saranno altre iniziative. Siamo una classe dirigente responsabile e attiva».
Ci saranno altri candidati, la Gelmini per esempio, oltre voi due?
«La lotteria delle candidature non mi appassiona e comunque il tema lo affronteremo al tavolo delle regole. Per ora a Giovanni e a me, è stata affidata una responsabilità generale e impegnativa: rivitalizzare Forza Italia, aprirla e naturalmente – anche se in questo io e lui la pensiamo in maniera diversa – rispettando chi negli anni più difficili del nostro partito ha continuato a tenere alta la bandiera di Forza Italia».
Ma Toti vuole azzerare tutte le cariche.
«Non sono d’accordo. Perché a tutti i livelli esiste una classe dirigente valida e che va valorizzata sempre di più. Se ci sono cose che non hanno funzionato, lo vedremo con il presidente Berlusconi. La rottamazione non appartiene alla nostra cultura».
Non è che le primarie saranno la rottamazione, o meglio il pensionamento, del Cavaliere?
«Ma figuriamoci. Forza Italia è Berlusconi. E si rinnova con lui, non contro di lui».
Ma è sicura che Toti sia di questo avviso?
«Chi crede di poter pensionare Berlusconi è un mitomane. E non mi sembra che Toti lo sia».