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 2019  luglio 06 Sabato calendario

Come va l’economia della Grecia

A Sud di Atene, sul sito di Hellinikon lungo il mare, ci sono tracce del futuro greco. Ex aeroporto, ex campo di rifugiati. E ora abbandonato. Però ci sono grandi progetti: lì, su due milioni di metri quadrati, sorgerà un megaparco mediterraneo con un chilometro di spiaggia, 50 piste ciclabili e pedonali, residenze di lusso, naturalmente un Casino. Investimento da 8 miliardi di euro, 75 mila posti di lavoro, una nuovo Eldorado. Parola del principale azionista Lamda Development che con il gruppo cinese Fosun e Eagle Hills Properties degli Emirati arabi, forma il consorzio che nel 2014 ha vinto la gara internazionale. Il via libera per costruire sarà una delle prime decisioni del nuovo governo. Vinca Alexis Tsipras (improbabile) o vinca il leader di Nuova Democrazia Kyriakos Mitsotakis (probabile), il semaforo verde ci sarà. La Grecia è uscita dal programma di salvataggio poco meno di un anno fa, i rischi di uscita dall’Eurozona hanno lasciato il passo a una ripresa economica che molti invidiano, sopra il 2%: la grande operazione viene utilizzata per dimostrare che il Paese ha innestato una marcia nuova. Che sia davvero così è tutto da vedere, anche se a Bruxelles la Grecia è considerata un Paese che rispetta i patti ed è stato in grado di sopportare riforme impensabili dieci anni fa. Pagare le imposte non è più un optional, per esempio e non è poco. Solo tre anni fa era in recessione, la disoccupazione era attorno al 24%: nel 2020 sarà al 17%. Dal 2016 il debito in rapporto al Pil è stato ridotto del 10%. Il Tesoro si finanzia sul mercato senza problemi, lo spread scende. L’appetito per le privatizzazioni non si è esaurito, tuttavia queste non hanno dato la spinta attesa: dal 2011 ne sono state fatte 42 per circa 6 miliardi. L’obiettivo era 50 miliardi. Grecia ancora in vendita, dunque e non è una novità, basti pensare all’Autorità del porto del Pireo controllato dal colosso cinese Cosco (terminale chiave per la nuova via della seta). Non è solo la Cina ad aver fatto affari, ma anche Germania, Francia e Italia. Si va dagli interessi francesi e italiani nel settore energetico a quelli tedeschi negli aeroporti regionali e nelle tlc.
IL SALARIO MINIMO
 Il problema è quanto di tutto questo arrivi a una popolazione che, generalmente, non ha la sensazione di partecipare a una nuova era. Non che Tsipras non ci abbia provato, l’aumento del salario minimo del 10% e l’accesso generalizzato alla sanità ne sono la prova. Resta il fatto che l’economia ha perso un quarto del suo valore rispetto al 2009, se il tasso di disoccupazione generale è sceso sotto quota 20%, quello dei giovani è al 40%, livello più alto d’Europa. Oltre 400 mila giovani hanno lasciato il paese. Il 30% della popolazione è a rischio di povertà e i pensionati sono spesso il solo sostegno finanziario alla famiglia: il centro di aiuto municipale in una vecchia caserma di fronte alla stazione di Atene distribuisce ogni mese alle famiglie registrate (42 mila l’anno scorso) olio, pasta, latte, zucchero. Pensioni e salari pubblici sono stati rivisti al ribasso una ventina di volte dallo scoppio della crisi. Le banche restano vulnerabili a causa dei crediti deteriorati, che rappresentano il 40% circa dei crediti totali. Non c’è ancora da stare allegri.