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 2019  luglio 06 Sabato calendario

L’eurodeputato nero cacciato da Strasburgo

Lunedì, all’inaugurazione dell’Europarlamento a Strasburgo, un tizio di colore si aggirava nell’edificio: indossava un cappellino da baseball giallo, messo al contrario, e una maglietta con la scritta «F**k fascism», f**ti il fascismo. Qualcuno gli si è prontamente avvicinato e dopo avergli chiesto se per caso si fosse perso, gli ha intimato di andarsene subito. Al che il tizio ha spiegato: «Ma io sono un eurodeputato, sono qui per la mia prima seduta!».
Sì, perché il personaggio in questione è Magid Magid, rifugiato somalo, eletto a maggio nelle liste dei Verdi britannici: uno dei politici più noti del già pittoresco panorama d’Oltremanica. E da giorni a Londra si fa un gran parlare del suo «incidente» e di ciò che ci racconta delle istituzioni europee. 
«So di essere visibilmente differente – ha twittato poi Magid —. Non ho il privilegio di nascondere la mia identità. Sono NERO e il mio nome è Magid. Non ho intenzione di adeguarmi: abituatevi!». L’europarlamentare ha raccontato di non sapere chi fosse la persona che ha provato a cacciarlo, ma di essere convinto che si trattasse di un funzionario di Strasburgo. 
Lui ovviamente non si è tolto di torno: «Metto la gente a disagio – ha osservato— non sanno come comportarsi. Gli eurodeputati non riflettono la gente che rappresentano, a livello europeo. So che per loro sarò come un pugno nell’occhio». Una portavoce dell’Europarlamento ha fatto sapere che stanno investigando sull’incidente, ma a suo dire nessun membro del loro staff è stato coinvolto. 
Ad ogni modo, fanno notare gli attivisti antirazzismo, quanto è accaduto mette in luce la mancanza di diversità etnica a Strasburgo, dove solo una decina di deputati sono di colore: «Per avere successo a livello politico europeo, devi essere bianco», osservano quelli dell’Enar, il Network europeo contro il razzismo. 
La replica 
L’Europarlamento fa sapere che è stata aperta un’indagine sull’incidente 
«Solo il fatto di essermi trovato in quella posizione – ha commentato Magid – la dice lunga su come la gente pensa che debba apparire il politico tipico». E infatti anche un altro eurodeputato, Younous Omarjee, francese dell’isola della Reunion, ha raccontato che la scorsa settimana sul treno per Bruxelles lui e un collega congolese sono state le uniche persone del vagone a essere state controllate dalla polizia. 
«Sfortunatamente – sottolinea l’Enar – per le persone di colore a Bruxelles questa settimana la questione non era come farsi nominare ai posti di vertice, ma semplicemente giustificare il loro diritto a essere lì. Questi incidenti possono sembrare di poco conto, ma sono importanti e significativi: riflettono una tendenza più ampia nella politica europea». 
La quale però, almeno fino alla Brexit, dovrà abituarsi alla presenza di Magid Magid. Così come si erano dovuti abituare gli abitanti di Sheffield, la città inglese di cui Magid è stato sindaco nel 2018, sempre in rappresentanza dei Verdi. Lui si è fatto fotografare appollaiato sulla scrivania del suo ufficio, con ai piedi gli stivali Dr Martens che sono l’altro suo marchio di fabbrica e il cordone ufficiale al collo. Il suo era un ruolo cerimoniale, ma il suo atto pubblico più importante è stato «mettere al bando» da Sheffield Donald Trump. 
Magid è anche uno dei più giovani politici britannici: ha solo 30 anni ed è arrivato in Gran Bretagna a 5 anni dal Somaliland, da dove la sua famiglia era fuggita. Nessuno di loro parlava una parola di inglese e la madre per mantenersi faceva la donna delle pulizie: ma lui è riuscito ad andare all’università, dove ha scoperto la passione per la politica. Si è fatto eleggere al consiglio comunale di Sheffield e da lì è partita la sua mirabolante carriera. 
Da studente aveva fondato una società di arti marziali e si era guadagnato il soprannome di «Magico Magid Mago della Sottomissione»: riuscirà adesso ad aver ragione anche dell’Europarlamento?