ItaliaOggi, 6 luglio 2019
Diritto & Rovescio
David Monti, sostituto procuratore della repubblica di Milano, dopo 35 anni di magistratura e a 64 anni di età, si è dimesso dal ruolo e, con l’occasione, ha deciso di vuotare il sacco sullo scandalo del Csm. Dice: «Nel 1988, il Csm giudicò Giovanni Falcone inidoneo a ricoprire un incarico direttivo. Doveva bastare quella decisione per riflettere in profondità su come una scelta simile fosse stata possibile. Invece niente. Le conseguenze sono state devastanti». Monti prosegue: «Ma non siamo davanti a schegge impazzite, a semplici mele marce. Il sistema tribale di gestione delle carriere che sta venendo a galla è da sempre il figlio legittimo di regole che tutti i giovani magistrati apprendono appena entrano in servizio. Una su tutte: non potrai mai sperare in un incarico direttivo se non ti associ a un gruppo, se non entri in una corrente. Associarsi, da diritto, per i magistrati, è diventato un obbligo. O appartieni a una corrente o non sei nessuno, non entri nel sistema delle spartizioni».