Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  luglio 05 Venerdì calendario

La star Zaira via da Bollywood

Avere appena 18 anni, essere una star di Bollywood e decidere di lasciare il cinema per seguire e proteggere la propria fede, l’islam. Non è la trama di un film ma la storia di Zaira Wasim, attrice indiana che ha scatenato solidarietà e sconcerto dopo aver annunciato la svolta in un intervento-fiume pubblicato appena qualche giorno fa sui suoi account social, Facebook, Instagram e Twitter. «Voglio confessarvi di non essere veramente felice di questa identità, cioè del mio tipo di lavoro», scrive la stella dell’industria cinematografica indiana, in un messaggio di oltre due pagine, in cui ricorda come cinque anni fa la sua vita sia cambiata grazie all’enorme popolarità che le ha regalato il grande schermo. «Mentre continuavo a lavorare in un ambiente che interferiva costantemente con la mia fede, il rapporto con la mia religione è stato minacciato». E ancora: «Ho perso tutta la Barakah (la benedizione) della mia vita, che non è solo felicità, ma anche stabilità».
Zaira è originaria del Kashmir indiano, la regione amministrata da New Delhi dove i musulmani sono maggioranza, il 95% della popolazione, circa 4 milioni, molti dei quali non vedono di buon occhio Bollywood, considerata un’industria legata agli interessi nazionali indiani. È diventata una star globale nel 2016, quando il film Dangal ha varcato i confini, diventando campione di incassi fino in Cina. Il successo è stato equiparato a quello di Captain America: Civil War e, in proporzione, lo ha persino battuto, con un margine del 96,3% rispetto al 78,2% della pellicola hollywoodiana. Dangal racconta la storia di un padre che allena le figlie perché diventino campionesse mondiali di wrestling. Nonostante sia in lingua hindi, ambientata nella parte rurale del Paese, con un cast tutto indiano, la pellicola ha regalato a Zaira un enorme successo internazionale. Una fama che adesso lei rigetta nel nome di Allah: «Anche se sembro perfettamente a mio agio in questo contesto, non appartengo a questo mondo», scrive spiegando il suo struggimento. «Credevo di poter mettere fine a tutto questo in qualsiasi momento e ho continuato invece a mettermi in una posizione vulnerabile, dove era sempre così facile soccombere all’ambiente che danneggiava la mia pace, la mia fede e la mia relazione con Allah». Zaira, che in passato ha sofferto di depressione, cita versetti del Corano, per poi spiegare che «questo viaggio, combattere per la mia anima per così tanto tempo, è stato estenuante. La vita è troppo breve per essere in guerra con se stessi».
Questioni importanti. Ma le domande che si sono fatti in molti, dopo il post diventato virale, sono le seguenti: chi lavora nell’industria cinematografica ed è musulmano (ce ne sono molti e fra i più famosi a Bollywood) può essere considerato per questo un peccatore? E ancora: l’islam è nemico dell’arte e della cultura? La giornalista indiana Barkha Dutt, femminista di ferro, si è detta «profondamente disturbata dall’indottrinamento del conservatorismo religioso» e ha sottolineato come la possibilità di scegliere sia spesso una questione più complicata per le donne.
In effetti il timore è che Zaira possa essere arrivata a queste conclusioni anche a causa di alcuni sgradevoli precedenti. Nel 2017, anno in cui è stata protagonista di un altro film che ha sbancato il botteghino in India, Secret SuperStar (la storia di una giovane cantante musulmana che diventa una star del web), i fondamentalisti islamici la presero di mira accusandola di aver lavorato in un ambiente «avvelenato» e «contro le norme religiose». Ora la svolta. Che ha scatenato anche reazioni opposte, con il mondo islamico indignato per le polemiche sull’annuncio della giovane star: la prova dell’islamofobia che imperversa, ha scritto Hafsa Kanjwal su Al Jazeera, convinta che la notizia non sarebbe stata presa allo stesso modo in India, dove il nazionalismo indù imperversa, e nemmeno altrove, se di mezzo ci fosse stata un’altra religione.
Smentita invece la fake news, messa in bocca al manager della star, secondo cui l’account dell’attrice sarebbe stato hackerato e il suo addio al grande schermo una falsità. Sempre tramite social network, Zaira ha spiegato che è tutto vero. Il suo sfogo è ancora lì. A preoccupare molti liberali sulla compatibilità tra l’islam e la libertà di espressione, anche artistica, dei suoi fedeli.