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 2019  luglio 05 Venerdì calendario

I condizionatori italiani a Wimbledon

È sempre più made in Italy l’impianto di climatizzazione del campo numero 1 di Wimbledon, cuore del complesso sportivo che in questi giorni ospita il torneo di tennis più famoso del mondo. Ad aggiudicarsi la commessa da oltre 6 milioni di euro è stata la Aermec, società specializzata in impianti di climatizzazione con sede a Bevilacqua, in provincia di Verona. 
Aermec è di casa a Wimbledon: 11 anni fa, nel 2008, dopo che il campo principale era stato dotato di una copertura retrattile attivabile in caso di pioggia, l’azienda italiana era stata scelta per realizzare un sistema di climatizzazione capace di mantenere le condizioni ambientali ottimali durante lo svolgimento degli incontri, che vantava una potenza installata complessiva di oltre 8 MW. Ora, con la nuova commessa per la realizzazione di un secondo impianto, la scelta dei progettisti è caduta di nuovo sulla Aermec – dopo una sfida molto serrata contro colossi giapponesi e americani della climatizzazione – che ha fornito 26 refrigeratori supersilenziati, con una potenza totale installata di 6,5 MW, oltre a 12 unità di trattamento aria a bassissimo livello sonoro.
Silenzio, si gioca 
«Tecnicamente, la sfida era doppia – spiega Alessandro Riello, presidente Aermec –. Da una parte la riduzione dei consumi, dall’altra il contenimento delle emissioni sonore dentro e fuori dal campo, per garantire confort degli spettatori, benessere e concentrazione dei giocatori e il giusto grado di umidità del tappeto erboso». Particolare attenzione è stata rivolta alla qualità dell’aria, mentre la necessità di garantire basse emissioni sonore verso l’esterno, in quanto l’impianto sorge in una zona residenziale, ha richiesto vincoli di progetto molto stringenti.
Il sistema di climatizzazione, che in questi giorni sta contribuendo a garantire le condizioni ambientali ottimali per lo svolgimento regolare degli incontri in calendario, è stato consegnato il mese scorso, dopo dieci mesi di lavori, e ha richiesto ai tecnici Aermec una fitta attività di ricerca&sviluppo, iniziato a metà 2017, subito dopo la firma del contratto di fornitura.
Una storia made in Italy
L’avventura della società inizia quando, nel 1961, Giordano Riello produce il suo primo condizionatore d’aria. Da quel prototipo nasce, nel 1963, il marchio Aermec, con l’obiettivo di «fornire benessere e comfort in tutti gli ambienti dove si vive e si lavora». In quegli anni l’azienda è uno dei primi produttori di condizionatori in Europa, mentre oggi è l’ultimo baluardo del made in Italy del settore. «Dopo le recenti acquisizioni da parte di multinazionali straniere di storici marchi italiani attivi nel nostro settore, oggi siamo l’ultima grande impresa della climatizzazione con proprietà in Italia. Questo ci dà una particolare soddisfazione: la nostra intenzione – assicura Riello – è quella di rimanere una impresa italiana anche in futuro, con l’obiettivo di continuare a competere alla pari con i grandi marchi giapponesi e americani».
Oggi gli impianti industriali Aermec si estendono su un’area coperta di 130mila metri quadrati e occupa oltre 700 dipendenti. L’azienda – le cui origini storiche si possono far risalire al 1922, anno in cui Ettore Riello, il bisnonno di Alessandro, fondò le Officine Fratelli Riello e sviluppò il suo primo bruciatore a olio – ha chiuso il 2018 con un fatturato di 231,4 milioni di euro, segnando una crescita del 30% rispetto al 2015. Positivi anche i risultati dei primi sei mesi del 2019: con 119,6 milioni di euro, il giro d’affari di Aermec è cresciuto del 16% rispetto al primo semestre dell’anno scorso.