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Sono come le zanzare che d’estate, fastidiose ma inevitabili, pungono la pelle accaldata. Così i ritornelli di stagione arrivano a costituire, come li definisce la Treccani, "un continuo tormento". Eccoli, i tormentoni: poche note, poche parole, ripetute frequentemente possono trovare uno spazio nella nostra memoria e non andare più via. È una specie di campionato al quale ogni anno partecipano in molti, alcuni volutamente, altri per caso. Basta accendere la radio, o collegare lo smartphone in macchina o a casa, e si finisce per ascoltarne almeno una dozzina. Canzoni stagionali, estive, ritmi preferibilmente latini o afrocubani, la lingua spagnola fa il suo gioco, importante l’evocazione del mare, del sole, se possibile della spiaggia, della notte in cui si balla.
In questa estate 2019 l’elenco è piuttosto lungo. Posto sotto l’ombrellone ce n’è poco e i candidati sono molti: ci sono Takagi e Ketra con Giusy Ferreri eJumbo, c’è Marracash con Elodie e Margarita, c’è Mengoni con Muhammad Alì, i Boomdabash e Alessandra Amoroso con Mambo salentino. E ancora: Elettra Lamborghini con Corazon Morado, Baby K con Playa, Rovazzi con Senza pensieri, Biondo e Emma Muscat con Avec moi, Sfera Ebbasta, Fabri Fibra e Mahmood con Calipso, Benji e Fede con Dove e quando, J-Ax con Ostia lido. E poi ci sono quelli che "non lo sto facendo ma lo faccio" come Lo Stato Sociale con Dj di merda con Miss Keta e Arisa o Max Pezzali con Welcome to Miami, e quelli "obliqui" come Elisa e Carl Brave con Tutte le vite o Jovanotti, Calcutta e Tommaso Paradiso con La luna e la gatta.
Per finire ancora con Paradiso e The Giornalisti con Maradona y Pelè.
Già, ma perché proprio d’estate? «Perché abbiamo più tempo, più voglia di rilassarci e divertirci», dice Tommaso Paradiso, «certe canzoni vanno ascoltate in una stagione precisa, di certo non è confortante sentire Vamos a la playa mentre hai le bollette da pagare, i figli da portare a scuola e il capoufficio che t’aspetta. La stagione aiuta…».
E questo porta noi ad avere un rapporto diverso con le canzoni…
«Ovviamente, le canzoni dell’estate fermano nel tempo quelli che altrimenti sarebbero solo attimi. È vero anche, però, che l’estate è una ghigliottina, ti frega, quando arriva settembre cambi prospettiva e tutto torna normale. È come se l’estate ti dopasse, energia e sentimenti si amplificano, non sono del tutto veri».
Scrivere una hit estiva non è facile come sembra.
«Innanzitutto ti deve piacere, ci devi credere, non è vero che è un compito che realizzi a tavolino. Io cerco di scrivere pezzi che mi facciano venire voglia d’estate ma non cambio il mio modo di essere. Certo, poi ci sono quelli che pubblicano canzoni solo in estate, ma ci sono sempre stati ».
"Maradona y Pelè" è a tutti gli effetti un tormentone. In che modo è nata?
«Sono partito da una melodia al pianoforte, totalmente battistiana, tipicamente italiana. Altri invece ragionano riducendo la melodia all’osso, lavorando su quel suonetto che c’è alla fine del ritornello, e sul ritmo. I produttori su queste cose sono in competizione, stanno mesi a ragionare su singoli suoni o ritmi, una lunga ricerca ascoltando di tutto».
Ma si possono ancora scrivere canzoni che tengano insieme qualità e divertimento? Ci potrebbe essere un’altra "Sapore di sale"?
«Secondo me sì. Ci sono persone, produttori, discografici, editori, secondo i quali bisogna solo seguire i canoni della moda, della contemporaneità, mentre io sono convinto che si possa scrivere una grande hit andando fuori dall’ovvio, dal tribale, dal latinoamericano, seguendo una melodia italiana».
Quindi anche i tormentoni possono cambiare?
«Cambiano sempre. Secondo me l’anno prossimo ci sarà un mutamento radicale, ormai siamo al limite della saturazione rispetto ad alcune cose che sono andate troppo di moda nelle ultime stagioni».
Lei ha cercato di giocare di contrasto, Maradona, Pelè, Robert De Niro: non propriamente dei personaggi estivi…
«C’era una parte del testo che proprio non mi veniva, non riuscivo a chiudere il cerchio, ho fatto mille tentativi e nessuno mi piaceva. Mi servivano delle cose evocative, le ho trovate in Maradona, Pelè, Sandokan e Robert De Niro. Avevano senso con il racconto, non mi importa se non richiamano l’estate, mi hanno permesso di sbloccare la canzone».
E ora al lavoro per il concertone del Circo Massimo il 7 settembre a Roma.
«Stiamo controllando che tutto sia a posto, produzione, arrangiamenti, luci, scenografie, tutto quello che serve. Poi qualche giorno di vacanza e cominceremo le prove».