il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2019
Elogio di Paolo Nicolato, nuovo c.t. Under 21
Ci sbilanciamo: Paolo Nicolato, nuovo C.t. della Nazionale Under 21 (promosso dalla Under 20 al posto di Gigi Di Biagio) è una scelta vincente, che andrebbe festeggiata con campane a distesa per i germogli che in ogni caso questo seme è destinato a produrre. Nicolato, 52 anni, veneto di Lonigo (Vicenza), ha già dimostrato di essere un ottimo maestro di calcio: lo testimonia lo scudetto vinto con la Primavera del Chievo nel 2014 (in finale contro il Torino), impresa storica per il piccolo club; ma parlare solo di vittorie sarebbe fare un torto alle sue idee. “Ai miei ragazzi – non si stanca di ripetere – lo dico sempre: non è vero che nel calcio conta solo vincere, conta l’impegno e come ti comporti. E bisogna fare attenzione: perché se la mamma vuole solo il 10 in pagella, magari per ottenerlo il ragazzo si mette a copiare”.
Voi direte: la solite frasi fatte. Be’, andate a rivedervi l’ultimo minuto di Italia-Ucraina, semifinale del Mondiale Under 20 dell’11 giugno scorso. L’Italia è sotto di un gol ma Scamacca all’ultimo assalto segna in girata un gol da cineteca: è l’1-1 che ci rimette in corsa con grandi chance di vittoria, visto che l’Ucraina gioca in 10 per un’espulsione. Les jeux son faits? Macché. Invitato a rivedere l’azione al Var, l’arbitro vede una mano di Scamacca colpire lievemente, in girata, il volto di un avversario e annulla il gol. Partita chiusa, in finale va l’Ucraina (che vincerà il titolo) e mentre il nervosismo dilaga sapete cosa dice, a caldo, Nicolato in tivù? “Accettiamo la decisione dell’arbitro. Che non è un’ingiustizia, al massimo è un errore”. E poi, a freddo: “Ho detto quel che pensavo; anche se dentro di me stavo soffrendo come un cane. Di certo, lamentarsi non è mai una buona cosa”.
Un anno fa, in Finlandia, Nicolato aveva perso l’Europeo Under 19 battuto in finale ai supplementari dal Portogallo (4-3); in Polonia ha visto sfumare la finale mondiale Under 20 per una decisione discutibile dell’arbitro. E però, lui è andato in campo, ha chiamato i ragazzi a cerchio attorno a lui e ha chiesto loro, anzi ha preteso, il rito dell’urlo di Leonida. “Spartani – ha urlato – qual è il vostro mestiere?”. “Ahu! Ahu! Ahu!”, hanno risposto gli azzurrini. Come i 300 di Leonida, anche i 22 di Nicolato sono stati piccoli eroi. E che abbiano perso, non ha alcuna importanza.