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 2019  luglio 03 Mercoledì calendario

Abbiamo un problema con le case

Ormai in Italia si è diffusa l’idea che la politica economica possa ottenere tutto e il suo contrario, che non ci sia mai bisogno di scegliere. Non è così. E basta un dato semplice comprensibile a tutti per dimostrarlo: secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie per abitarci o per investimento nei primi tre mesi del 2019 è diminuito dello 0,5 per cento rispetto all’ultimo trimestre 2018 che a sua volta era stato in calo. Nel 2018 nel resto d’Europa i prezzi delle case sono cresciuti di oltre quattro punti, in Italia sono calati. I grafici dell’Istat sono impressionanti: i prezzi delle abitazioni esistenti continuano a precipitare dal 2011, quelli delle abitazioni nuove da quattro anni restano in media piatti, agli stessi livelli del 2010. I risultati si vedono negli andamenti dell’occupazione nel settore dell’edilizia che non si è mai ripreso dallo scoppio della crisi tra 2007 e 2008 e, ormai si può dire, non si riprenderà più, almeno non in tempi ragionevoli. Per questo Confedilizia, la lobby del settore, commenta così i dati dell’Istat: “In questa situazione, un governo responsabile inizierebbe a smontare la patrimoniale
sugli immobili da 21 miliardi di euro l’anno, anche per favorire una ripresa dei consumi e delle
mille attività economiche collegate all’edilizia, con riflessi positivi sull’occupazione”. Ma sappiamo anche perfettamente che in Italia l’unica forma di imposta patrimoniale praticabile è quella sugli immobili e soltanto per ragioni elettorali sono state esentate tutte le prime case a prescindere dal reddito. E togliere tasse sulla casa invece che sul lavoro, in particolare sui lavoratori dipendenti che sono rimasti gli unici a pagare un’Irpef progressiva, sarebbe anche immorale, oltre che iniquo. Ma qualunque scelta ha le sue conseguenze, nessuna può accontentare tutti. Meglio ricordarselo. E poi assumersi la responsabilità della decisione su quale interesse prediligere.