Corriere della Sera, 3 luglio 2019
Il mestiere troppo facile dei «ladri di bambini»
Probabilmente molti si ricorderanno il film di Gianni Amelio di qualche anno fa Il ladro di bambini , nel quale un giovane carabiniere deve accompagnare una ragazzina undicenne e suo fratello di nove anni in una casa famiglia che li dovrà accogliere, perché la madre non è in grado di mantenerli e addirittura ha cercato di avviare la figlia alla prostituzione. In questa storia il giovane carabiniere si lega sempre più ai due bambini e cerca di proteggerli rischiando addirittura la propria carriera. La vicenda dei bambini di Reggio Emilia è molto diversa, dalle notizie emerse dall’inchiesta giudiziaria era stata creata una rete di malaffare e di complicità che doveva sottrarre 18 bambini alle loro famiglie, accusate di averli maltrattati ed averli gravemente trascurati. Anche in questo caso si è trattato di ladri di bambini, non per amore come nel caso del carabiniere, ma per ricavarne un tornaconto economico.
Questa vicenda, per quello che si può leggere dai giornali, ci ha fatto scoprire una storia di sordide complicità fra sedicenti psicologi, assistenti sociali e addirittura politici che avrebbero coperto un mercato nero di bambini. Purtroppo abbiamo assistito anche in passato a crimini analoghi perpetrati da professionisti della salute mentale infantile, che con le loro competenze e il loro impegno avrebbero dovuto salvaguardare lo sviluppo e la vita affettiva e relazionale dei bambini, mentre si sono approfittati del loro ruolo e della loro autorevolezza demonizzando in modo ingiustificato genitori e adulti, ritenuti colpevoli di aver abusato dei propri figli, provocando inutili sofferenze e traumi. È ancora vivo in molti di noi il ricordo di quanto accadde a Riano Flaminio, un paese vicino a Roma, in cui si creò una vera caccia alle streghe nei confronti degli insegnanti accusati di abusi dai loro stessi alunni, confermati anche in questo caso dalle valutazioni degli psicologi, ma che poi in sede giudiziaria sono stati scagionati.
È indubbiamente complesso per quanti operano nel campo dell’infanzia saper differenziare storie di veri abusi da parte degli adulti dal fumo accusatorio e dai sospetti costruiti a volte artatamente nelle separazioni conflittuali per minare la credibilità di una persona. È qui che dovrebbe intervenire la professionalità di psicologi, neuropsichiatri infantili e assistenti sociali che devono essere in grado di valutare con accuratezza i comportamenti dei bambini e degli adulti coinvolti, testimonianze, confessioni, disegni. Ed è necessario che si seguano procedure documentabili basate anche su videoregistrazioni e test psicologici, avendo sempre in mente che ogni valutazione è spesso una costruzione ipotetica che richiede ulteriori verifiche. Ma nel caso di Reggio Emilia le procedure non sembrano aver risposto a questi criteri professionali, servivano solo ad approfittarsi di famiglie deboli sottraendo i figli che venivano dati in affidamento o inseriti in case famiglia per lucrare sulle rette pagate dagli enti pubblici. Se tutto questo corrisponde alla verità ci fa ritornare alla mente i medici che usavano per i loro esperimenti i prigionieri dei lager nazisti. Forse più che scoprire nei bambini le memorie degli abusi subiti si provocava piuttosto un abuso delle loro memorie istillando nella loro mente immagini minacciose dei loro genitori. Molte ricerche, come quelle di Stephen Ceci della Cornell University, hanno confermato come le memorie infantili possano essere distorte, costruendo uno scenario terrorizzante del passato che può rendere i bambini più fragili e compiacenti verso chi pretenderebbe di sfruttarli.
Ma che professionisti sono questi, se allontanano i figli dai genitori mettendoli in cattiva luce, espropriandoli delle loro memorie, distruggendo la loro identità, tutto questo per un sordido commercio economico ? Le accuse sono pesanti se verranno confermate dalle indagini; purtroppo ancora una volta siamo testimoni del fatto i bambini possono subire le crudeltà, le violenze e le sopraffazioni degli adulti, che tradiscono la fiducia dei bambini sopprimendo il loro futuro, nonché il proprio. La storia umana è un susseguirsi di questi episodi, dal piccolo Edipo abbandonato dai genitori sul Monte Citerone, a Romolo e Remo gettati in un cesto nel Tevere fino alla strage degli innocenti ordinata da Erode il Grande per sopprimere la futura minaccia rappresentata da Gesù.
Di fronte al dolore di questi bambini possiamo solo sperare che non si facciano sopraffare dall’odio come scrisse lo scrittore britannico Rudyard Kipling in una poesia indirizzata al figlio: «O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio».