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 2019  luglio 03 Mercoledì calendario

Coppia di anziani morta insieme per il caldo

Giovedì 27 giugno Milano è tormentata dalla giornata più calda del 2019, l’aria avvampa torrida e ferma; nella notte l’asfalto e il cemento continuano a buttare ondate insopportabili di calore; il giorno dopo va un po’ meglio, ma non troppo, poca aria si muove ma non spazza via l’afa, che rimane incombente su tutta la città: anche su via Giuseppe di Vittorio, nel quartiere Quinto Romano, estrema periferia Ovest oltre lo stadio San Siro, dove in un appartamento del civico 8, proprio la sera di venerdì 28 giugno, due anziani stanno andando a letto. Sono marito e moglie, hanno entrambi 83 anni. Sposati da una vita, abitano in una palazzina popolare grigia a tre piani. Sono abitudinari nell’ora di andare a riposare, e anche nel momento di alzarsi. Così il mattino dopo, quando li chiama, il figlio, 52 anni, si aspetta la solita risposta, invece il telefono squilla a vuoto; l’uomo riprova, lo fa più volte nel corso della mattinata, insiste. Infine, preoccupato, dopo essere uscito di casa per capire cosa sia accaduto, attraversa il cortile di via Di Vittorio e apre la porta dell’appartamento dei genitori. Sono circa le 15. Pochi minuti dopo, chiama i carabinieri.
Marito e moglie sono morti tutti e due, nella stessa casa, nella stessa notte, alla stessa età; se ne sono andati senza violenza da parte di alcuno, senza mistero; deceduti per quelle che nei verbali giudiziari vengono definite così: «Cause naturali». Se ne sono andati insieme e nessuno saprà mai se l’uno si sia accorto dell’altra, o viceversa, ma probabilmente ciò non è avvenuto, nell’insondabile disegno di una coincidenza che assume l’aspetto di un destino.
Per tutto il pomeriggio, in quell’appartamento si muovono i carabinieri della compagnia «Porta Magenta», vengono chiamati gli investigatori del Nucleo della compagnia, poi anche gli esperti della Sezione investigazioni scientifiche. Raccolgono testimonianze e cercano tracce, analizzano porte e finestre per capire se siano state toccate o forzate, verificano che l’appartamento sia in ordine, che non ci sia il pur minimo particolare che possa far pensare a qualcosa di insolito avvenuto nella vita di quella coppia salita al Nord da un piccolissimo paese della Sicilia, 5 mila abitanti in provincia di Agrigento, qualche chilometro sopra Sciacca. E non trovano nulla, i carabinieri: se non tutte le possibili conferme che anche l’ultimo giorno e l’ultima serata dell’esistenza di marito e moglie siano stati come tutti i giorni e le settimane precedenti. Per l’analisi decisiva servono un paio d’ore, e la chiude alla fine il medico legale con un referto che attesta: nessun segno di violenza, nessuna lesione, nessun agente esterno «rilevabile nell’ispezione cadaverica». 
Lavorano tutti con scrupolo estremo, medico, investigatori e tecnici dell’Arma: perché tutti si fanno quella stessa domanda, si chiedono come sia stato possibile che il cuore del marito e il cuore della moglie, dopo 83 anni di vita (lei li aveva appena compiuti, lui ne avrebbe fatti 84 dopo l’estate) si siano fermati spontaneamente e quasi in contemporanea. Al termine degli accertamenti resta quell’unica spiegazione, «morti naturali» avvenute nella notte; così il magistrato stabilisce che non sia necessario fare l’autopsia, e affida le salme al figlio per i funerali.