la Repubblica, 3 luglio 2019
Orgoglio Levante
Tra i tanti misteri della Sicilia uno riguarda i suoi abitanti: perché ne parlano così tanto, la infilano in qualunque discorso, dalla politica alla fisica quantistica? «Non si può spiegare la Sicilia a chi non ci ha vissuto: è l’Etna che ci balla sotto i piedi, è la poesia della decadenza, è una terra di cui essere orgogliosi e delusi al contempo, è un elastico che si tira e si smolla, è il tempo che scorre lentamente». Claudia Lagona, ovvero Levante, diventa un fiume in piena parlando della sua terra. Anzi, un vulcano in eruzione: si chiama Magmamemoria il nuovo disco della 32enne cantautrice, in uscita il 4 ottobre, tutto di nostalgie per una terra che ha lasciato dal 2001, «più di metà della mia vita». A precederlo, il singolo appena uscito, Lo stretto necessario,scritto assieme ad altri due siculi, Dimartino e Colapesce, e cantato assieme a Carmen Consoli. Tutto in famiglia, pardon, tutto in Sicilia. «Abbiamo messo assieme il nostro immaginario di infanzia e adolescenza, le facciate mai finite, le Madonne chiuse in una teca, le vacanze al Lido Jolly, dove arrivavi in spiaggia, pranzavi e per il bagno dovevi aspettare tre ore, che avessi mangiato un’insalata o tapiro stufato. I ragazzi mi hanno lasciato protagonista del brano, Carmen mi ha fatto piangere mezz’ora accettando di duettare, io sono cresciuta col suo mito, tanti dicono che abbiamo un timbro uguale, ma non è la voce: è la Sicilia». E rieccola.
«Ma io sono figlia del vulcano, è un disco tutto volto all’indietro, cioè in realtà è ambientato nel futuro, ma parlando a ieri, è un bel misto di ironia e di malinconia. E io stessa sembro un po’ un vulcano su questa copertina, in una posizione quasi yoga». Un disco di ricordi da parte di un’artista ben piantata nel presente, a cominciare dalla fresca partecipazione al Pride milanese: «Non sa quanto vorrei che non ci fosse più il Pride, cioè che non servisse una manifestazione per ribadire i diritti di tutti. Per fortuna, malgrado fossi in Sicilia, sono cresciuta in una famiglia libera e tollerante: se mai avessi detto di preferire le donne non sarebbe stato un dramma». Levante invece ama gli uomini, e bisogna pur chiederle qualcosa del suo fresco ex fidanzato, Antonio Diodato: nello stesso giorno di Lo stretto necessario, lui ha fatto uscire il singolo Non ti amo più. «Della mia vita personale non parlo, anche se è vero, sono tornata single. Posso solo dire che quella canzone l’ho vista nascere mentre eravamo ancora assieme, quindi non è riferita a me».
Inevitabile anche chiederle di X Factor, di cui è stata giudice due anni fa: «Mi ha molto segnato la mia concorrente Rita Bellanza. Sparita, ma sta studiando, deve superare l’ansia da palco, nella sua voce c’è dolore, ma non lucidità, per quello non ha vinto. Ci sentiamo spesso, le do consigli, chiacchieriamo. Di me sono contenta, mi sono arricchita dentro e il grande pubblico mi ha conosciuto. Certo, l’idea di dover stroncare qualcuno mi faceva star male, usavo sempre frasi come “Non hai incontrato il mio gusto” invece di dire no». Il nuovo quartetto la convince: «Mara Maionchi è un pilastro, Malika ha uno spirito giovane, Samuel la testa libera e Sfera spaventa per l’aspetto, ma è tenerissimo». E lei? «Io sono indie, ma nel senso di indipendente, faccio un pop autoriale, e soprattutto resto me stessa sempre. Carmen Consoli l’ultima volta mi ha detto: “Lo sai che sei fuori moda, vero?”. Sì, che lo so, sono me stessa e ne sono orgogliosa. E continuo a sperare in una rivoluzione culturale, in Italia. Ben consapevole che però servirebbe la cultura».