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 2019  luglio 03 Mercoledì calendario

L’omaggio di Ken Follett a Nostre-Dame

«Parigi non brucerà neanche questa volta». Ken Follett ha scritto un libro per augurarselo. Non è un romanzo di spionaggio come La cruna dell’ago, il suo primo bestseller, o un romanzo storico come I pilastri della terra, il suo titolo più famoso: in Notre-Dame (Mondadori) il grande scrittore inglese parte dall’incendio che il 15 aprile ha devastato la cattedrale parigina per spiegare il valore simbolico di un edificio diventato «il cuore della civiltà europea ». Un cuore che oggi va difeso dall’attacco nazionalista, afferma l’autore, così come 74 anni fa sopravvisse a quello nazista: anche per questo Follett ha deciso di devolvere tutti i proventi del volume alla ricostruzione della chiesa sulle rive della Senna.

Perché l’incendio di Notre-Dame l’ha colpita al punto da scriverne un libro, Mister Follett?
«Amole cattedrali e giocano un ruolo importantenei miei romanzi. Eppure sonorimastosorpreso dalla mia reazione, da quanto sonostato commosso,emozionato e rattristato dall’incendio. Credoche molti abbiamoprovato sentimenti analoghi.
Nondipende solo dal fattoche Notre-Damesia unameravigliosa chiesagotica. Laragione profonda è che è un simbolodella civiltà europea».
Un simbolo cristiano?
«Nonsoltanto.Io non misento cristiano, eppure mi identifico in Notre-Dame perché il cristianesimo è il fondamentodella nostra cultura».
Un po’ come l’11 settembre per l’America?
«Èun paragone azzeccato.Anchele Torrigemelle eranoun simbolo,perciò i terroristi le hanno attaccate: il simbolo della prosperità e della civiltà americana,unaciviltà non vecchia comela nostra, ma a cuil’Europaè strettamente legata. Perciò l’11 settembrefu sentito come unaferita nonsolo americana mapertutto l’Occidente. E per la stessa ragione anche l’America è rimasta ferita dall’incendiodi Notre-Dame».
In più, per lei le cattedrali hanno un’eco letteraria…
«Certo.La trama del mio libro più noto,
I pilastri della terra , ruota attorno a un’antica cattedrale. Ma il motivo per cuihomesso una cattedraleal centro dellibroè che sonosempre stato attratto da questi edifici, ho cominciato a visitarlida quando avevo 20 anni.Il romanzo è cresciuto attorno alla mia passione per le cattedrali».
Passione singolare per uno che non si dice cristiano.
«Etuttavia vengoda una famiglia molto religiosa».
Come molti di noi, in Europa.
«I miei genitori erano protestanti estremi. La maggior parte dei cristiani noncredono cheogni singolaparola dellaBibbia sia la verità, mentre mio padreemiamadreneerano fermamenteconvinti, la prendevano alla lettera. Da ragazzo, per reazione, ho respinto lareligione. Manel mio interesse per le cattedrali c’era probabilmente il tentativo di trovare il lato spirituale che rappresentano, al di làdei dogmi della fede».
La trama di “I pilastri della terra” sembra preannunciare l’incendio di Notre-Dame.
«Ineffetti può sembrare una premonizione:ho raccontatouna cattedraleinfiamme! Quandoè scoppiato l’incendio diNotre-Dame sonostatouno deiprimi a comprenderechecos’era accaduto perché,scrivendo il libro, avevo studiatoilmodo incui puòprendere fuoco una cattedrale di pietra. Tutte le retitv mi chiamavano per intervistarmi comese fossi un esperto».
Nel Medioevo qualcuno avrebbe interpretato quell’incendio come un segno del cielo...
«NelMedioevo sisarebbesicuramente dettoche Dioaveva scatenato il fuoco per punirci dei nostri peccati».
Quali sono i nostri peccati oggi?
«Siamo in uno stato di crisi permanente.Maquelchepiùmi preoccupaè l’ascesa del nazionalismo intuttaEuropa. Pensavo cheavessimo imparatola lezione del passato, che servissea ricordarci come vanno a finirequeste infatuazioni. Purtroppo moltagente ci è cascatadi nuovo.Ne ho parlato nei giorni scorsi a Londra in un’iniziativa con altri scrittori».
Contro la Brexit?
«Sì, faremoun tour in tutta Europa contro la Brexit. Uscire dall’Unione Europeaèunapessima idea.Vogliamo farsapere agli europei del continente chemoltidi noisperano ancoradi rimanerenella Ue».
Come si batte il virus nazionalista?
«Nel1945 ciè voluta unaguerra mondialeper dimostrare la follia del nazionalismo.Spero chenonce ne vorràun’altra per farescomparire l’odierna miscela di nazionalismo e populismo.Mi auguro che stavolta il nazionalismo possa essere sconfitto con la discussione pacifica, con la forza delle argomentazioni».
Perché è così difficile?
«Vede,ioamoil mioPaese emi consideroun patriota,manonsonoun nazionalista, non vado in giro a sostenereche noi inglesi siamo i migliori di tutti. Il problema è che è difficile combattere gli slogan emozionali con la logica degli argomenti».
Manca forse un leader che sappia far ragionare ed emozionare al tempo stesso, come era Obama?
«Un leader simile c’è: il presidente franceseMacron.Nonconcordosu tutto,Macron è un liberale, io sono un socialista,ma loammiro percome siè schierato sull’Europa, sulla pace, sul dialogo.E mi sembrachesappia convincereedemozionare».
Ricorda “Parigi brucia?”, il libro e il film ispirati dalla domanda che Hitler pose ai suoi generali, quando la città stava per essere liberata dagli alleati? Allora Parigi non bruciò, perché i generali rifiutarono di obbedire al suo ordine. E adesso? Il rogo di Notre-Dame ci fa paura perché evoca un nuovo incendio in Europa?
«Comealtempodel nazismo,voglio credereche Parigi, intesa come cuore dellaciviltà europea, non brucerà neanche questavolta. Ma il rischio esiste. Per questo tante persone in tanti paesi sono rimaste così colpite dall’incendio della cattedrale. Per dirla conHemingway, nonc’èbisognodi chiedersiper chisuona la campanadi Notre-Dame.Suonapernoi».