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 2019  luglio 03 Mercoledì calendario

La telenovela dell’emiro abbandonato

«Tu traditrice. Il tuo gioco è stato rivelato. Ora basta bugie. Non c’è più spazio per te al mio fianco. Vattene a fare ciò che ti tiene tanto impegnata. E lascia che questo sia un addio definitivo. Non mi interessa più se sei viva o sei morta». Da qualche giorno i versi che questo innamorato ferito rivolge all’oggetto del suo amore fanno impazzire i social media arabi. Non per la loro particolare bellezza né perché rivelino sentimenti inediti, ma piuttosto per l’identita’ dell’autore. A scrivere le infuocate parole di amore e odio sarebbe stato uno degli uomini più influenti della regione, lo sceicco Mohamed bin Rashid al Maktoum, guida del più potente degli Emirati Arabi Uniti, quella Dubai che ha trasformato in una mecca del turismo e dello sport internazionale. Non meno significativo sarebbe l’oggetto di tanto odio: una delle sue mogli, la sesta per la precisione, la principessa Haya bint Al Hussein, figlia del defunto re giordano Hussein e sorellastra dell’attuale sovrano hashemita. Nonché una delle donne più popolari del mondo arabo.
La poesia diffusa via Instagram da uno dei più fidati confidenti dell’emiro non è che l’ultima puntata della musalsalat (telenovela, a voler cercar un equivalente in italiano) che da settimane appassiona il mondo arabo. La fuga della bella e ricca principessa dal suo non certo bello, ma di sicuro potente e ricchissimo, marito. Palcoscenico del dramma, più che i grattacieli infiniti di Dubai, sono i quartieri per ricchissimi di Londra: ieri il Guardian riportava la notizia di una causa intentata in Gran Bretagna dallo sceicco alla moglie, presumibilmente per la custodia dei due figli, 11 e 7 anni, che insieme a lei sono scomparsi e che invece, secondo le leggi in vigore nella maggior parte dei Paesi arabi, dovrebbero restare al padre in caso di divorzio. E proprio da Londra, qualche settimana fa, erano partiti i primi gossip: l’assenza di Alia dal fianco del marito al tradizionale appuntamento equestre di Ascot si era fatta notare. La comune passione per i cavalli era stato infatti fin dall’inizio l’elemento caratterizzante dell’amore fra i due: lui, fondatore e proprietario della scuderia Godolphin, e lei, ex olimpionica e per anni presidentessa della Federazione mondiale degli Sport equestri, fra i cappellini colorati e le teste coronate delle corse più famose del mondo non erano mai mancati.
Ad ascoltare i report della stampa britannica, la principessa non è troppo lontana dal luogo delle corse: se la sua casa da 85 milioni di euro nella zona di Kensington è chiusa e da tempo non la si vede al fianco dei reali britannici di cui pure è amica, sarebbe comunque in Gran Bretagna, in una localitàprotetta per sfuggire a quella furia che il marito, per ora, ha messo in versi. Di più si saprà probabilmente alla fine del mese, quando dovrebbe riprendere il procedimento intentato dallo sceicco contro la moglie.
Del caso nel frattempo si sta occupando la stampa di tutto il mondo: non solo per la fama e il glamour che per anni hanno accompagnato la coppia, con la moglie giordana che aveva oscurato tutte le precedenti consorti dello sceicco e che non esitava a farsi fotografare in jeans e t-shirt. Ma anche perché ricorda da vicino quello di una dei 23 figli di Al Maktoum, la sceicca Latifa, che lo scorso anno aveva tentato la fuga da Dubai salvo essere fermata e riportata a forza in patria. «Mio padre è un uomo duro e non gli interessa nulla di me né di nessun altro», era il messaggio che Latifa aveva voluto consegnare in un video registrato prima della fuga. Qualche mese dopo, quando la famiglia reale di Dubai aveva voluto cancellare i dubbi sulla sorte di Latifa, aveva diffuso una foto in cui l’ex commissaria Onu per i diritti umani Mary Robinson visitava la sceicca. Accanto a lei a interpretare il ruolo della perfetta padrona di casa c’era proprio Alia. La donna che oggi con la sua fuga getta una nuova ombra sull’immagine seducente che Dubai vuole vendere al mondo.