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 2019  luglio 02 Martedì calendario

I topi proliferano a Barcellona, censiti oltre 200 mila nelle fogne

Nella Barcellona sotterranea vivono oltre 200 mila ratti. L’Agenzia di sanità pubblica della città spagnola (Aspb) ha deciso di censire i topi che dimorano nelle fogne del capoluogo della Catalogna: un censimento, il primo di questo tipo nella penisola iberica, che ha riguardato una rete fognaria di oltre 900 chilometri. Il tutto è stato possibile grazie al progetto BcnRats, condotto tra dicembre 2016 e novembre 2017 per comprendere e valutare i rischi associati a una presenza dei ratti in ambito urbano, i cui risultati sono stati presentati a giugno dall’Aspb. La metodologia dello studio è stata questa: la rete fognaria di Barcellona è stata divisa in tanti tratti da 90 metri e in ogni tratto sono state inserite 30 trappole di cattura, in funzione per quattro notti consecutive. Ogni sezione ha registrato una media di 11,24 ratti catturati, il che si traduce in una stima di oltre 106 mila ratti per la rete fognaria accessibile, che aumentano a più di 200 mila se si considera l’intero sistema di scolo della città.
Secondo Victor Peracho, a capo del servizio di sorveglianza e controllo dell’Aspb, «nel 2014 c’è stato un considerevole aumento della presenza dei roditori nella capitale catalana, un’esplosione demografica per la specie».
Ma cosa può aver favorito il proliferare dei ratti? Lo studio ha dimostrato come la connessione alle fogne dei lavandini domestici possa aver incentivato la crescita dei topi, perché nelle fogne arrivano cibo e acqua. «I roditori cercano spazi con aree verdi», ha spiegato al quotidiano La Vanguardia Sandra Franco, responsabile del controllo dei parassiti di Aspb, «perché questi rappresentano il loro habitat naturale, la fogna è solo un rifugio». E così il prossimo censimento sarà dedicato ai ratti che vivono in superficie. L’Aspb ha anche scoperto che i ratti presenti nelle fogne di Barcellona non sono resistenti ai rodenticidi, cosa che non accade in altre colonie europee, statunitensi e canadesi, dove questi animali stanno modificando il loro genotipo per un possibile abuso di questo prodotto.
La ricerca ha riguardato anche i batteri zoonotici, che possono essere trasmessi agli esseri umani, rilevando una prevalenza di listeria (59% del campione) ed escherichia coli (71%), ma anche campylobacter e salmonella. «Un dato sorprendente dello studio è l’alta prevalenza di Leshmania infantum, rilevata nel 33% dei casi», ha sottolineato Tomas Montalvo, biologo dell’Aspb, «i ratti sono un serbatoio raro per questo patogeno». L’85% dei campioni analizzati presentavano dieci diverse specie di parassiti, inoltre il 40% dei ratti analizzati mostrava resistenza agli antibiotici più comuni per combattere le malattie infettive. «Molte malattie trasmesse dai ratti sono zoonotiche e possono influenzare la salute delle persone», ha concluso Montalvo, «ma non abbiamo ancora prove dirette di nessuna malattia trasmessa da uno stretto contatto con i ratti».