ItaliaOggi, 2 luglio 2019
In Germania un caso di ergastolo per omicidio stradale
Noi abbiamo escogitato nuove tipologie di reato: il femminicidio o l’omicidio stradale. E abbiamo modificato la legittima difesa. Sarebbe bastato applicare le leggi già esistenti, che già prevedono le aggravanti se si minaccia la vita di una persona (di qualsiasi sesso) che si trovi in una situazione di inferiorità, fisica o psicologica. Se si compie un omicidio va applicata la pena prevista, non importa dove avvenga, per strada, o in casa.La settimana scorsa a Berlino, è stato inflitto l’ergastolo a un giovane serbo che, per sfuggire alla polizia, la sera del 6 giugno 2018, ha travolto una ciclista, provocato la morte del passeggero al suo fianco, e ferito due agenti. L’imputato, 28 anni (il nome non viene pubblicato dai giornali) era venuto in Germania per assistere al matrimonio di sua sorella, e ha approfittato della circostanza per rubare alcuni attrezzi da un camioncino insieme con due amici. Sorpreso, si è dato alla fuga, a tutta velocità, attraverso il centro della capitale. Ha forzato un posto di blocco, e sempre inseguito da un’auto della polizia, è piombato in una zona con limite a trenta, è passato con il rosso, si è scontrato con altre due vetture, ha preso in pieno una studentessa che attraversava spingendo a mano la sua bicicletta. La ragazza, 23 anni, sbalzata in aria per una ventina metri, è morta sul colpo. Infine, il serbo ha concluso la corsa schiantandosi contro un’auto in sosta. L’amico diciottenne, seduto al suo fianco, è deceduto poco dopo all’ospedale.
Il pubblico ministero ha cambiato l’imputazione da omicidio volontario a omicidio colposo, ma il giudice Peter Schuster ha preferito accogliere la richiesta dell’avvocato di parte civile, Gregor Gysi, uno dei leader della Linke, il partito dell’estrema sinistra, che ai tempi del muro, nella Ddr, difendeva gli oppositori del regime comunista. E ha inflitto la massima pena: ergastolo. «Chi va a 80 all’ora in una strada con il limite a 30», ha detto, «corre volontariamente il rischio di provocare un incidente mortale. Non è un caso sfortunato, ma un atto volontario».
L’avvocato difensore ha tentato di attenuare la responsabilità del suo cliente: se l’auto della polizia non avesse tallonato troppo da vicino l’auto in fuga si sarebbe potuto evitare l’incidente. Ma il giudice non ha accolto la richiesta: non si può lasciar fuggire chi ha compiuto un reato. Il codice di autocomportamento della stampa vieta di pubblicare il nome di chi è coinvolto in fatti di cronaca, e la sua etnia. Ma sempre più spesso, come in questo caso, i quotidiani rivelano che il colpevole è di origine straniera.
Non è la prima volta che un omicidio stradale viene punito con l’ergastolo. Tre anni fa, due giovani stranieri, di 27 e 24 anni all’epoca, di notte si sono sfidati in una gara con le loro auto sportive, lungo la Kurfürstendamm, il lungo viale, 4,5 chilometri, che attraversa l’ex parte occidentale di Berlino. A 200 all’ora, hanno bruciato tutti i semafori, finendo per cogliere in pieno la jeep di un medico che stava tornando a casa, a fine del turno in ospedale. Nessuno scampo per il dottore, 69 anni. La prima condanna a vita, inflitta nel febbraio 2017, è stata annullata, ma lo scorso marzo è stata confermata in seconda istanza.
Non occorrono pene straordinarie per chi uccide al volante. In caso di incidente mortale, se il responsabile ha bevuto, o fugge, la pena è di cinque anni, e si perde la patente per sempre. Non ci sono attenuanti, e il giudice può decidere che il condannato non abbia sconti per buona condotta. Si resta in cella fino all’ultimo giorno.