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 2019  luglio 02 Martedì calendario

Con la Sea Watch hanno vinto tutti

L’immigrazione è un problema drammaticamente serio che coinvolge molti Paesi e che ha avuto un ruolo importante nell’elezione di Donald Trump e nell’affermazione del cosiddetto sovranismo in Europa. Il villaggio globale, che il sociologo Marshall McLuhan così bene profetizzò, consente conoscenze di quel che accade in ogni parte del mondo («L’informazione si sposta alla velocità dei segnali del nostro sistema nervoso») e ha quasi soppresso le distanze («Le distanze siderali che in passato separavano le varie parti del mondo si sono ridotte e il mondo stesso ha smarrito il suo carattere di infinita grandezza per assumere quello di un villaggio»). In questa situazione chi lotta contro la fame o si trova sotto dittature o in aree di guerra può facilmente mettersi in viaggio alla ricerca di pane e pace. Ma non è possibile un’accoglienza indiscriminata e quindi chi è meta di questi viaggi prende contromisure, dai muri lungo le frontiere ai blocchi dei porti, che possono rallentare gli arrivi ma non risolvono alla radice il problema, che invece va affrontato con rapporti diplomatico-economici coi Paesi di provenienza.In fondo la vicenda della Sea Watch, coi suoi 42 immigrati, è ben poca cosa. Ma fa emergere per l’ennesima volta la questione della tratta e delle modalità operative delle ong. Con in più, in questa occasione, il dovere, da parte di tutti, di rispettare le leggi (anche se non piacciono).
I riflettori sulla Sea Watch si stanno affievolendo dopo giorni di apertura nei Tg ed esaminando la vicenda senza l’onda d’urto dei media si può concludere che alla fine hanno vinto (quasi) tutti gli attori (favorevoli e contrari) di questa vicenda.
Ha vinto Matteo Salvini, ri-schizzato all’insù nei sondaggi, perché ha potuto proporsi di nuovo come colui che stoppa l’immigrazione e difende le frontiere, ha vinto il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che appoggiando Salvini col placet dei 5stelle ha rinsaldato le sorti di un governo piuttosto litigioso, ha vinto Carola Rackete, diventata un’eroina della sinistra radicale (ma non solo) e intervistata dalle tv di mezzo mondo, ha vinto l’ong Sea Watch che ha ottenuto donazioni per centinaia di migliaia di euro, hanno vinto i 42 naufraghi che dopo tanto patire si ritrovano ufficialmente in Europa. In pratica un capolavoro di marketing, nemmeno i guru delle grandi strategie sarebbero riusciti a tanto. A perdere è stato solo, in senso lato, il buon senso.