il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2019
Biografia di Riccardo Fuzio
Schivo, signorile, molto riservato. E con sponsor di primo livello, a cominciare dall’attuale presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. E naturalmente, lui: Luca Palamara, il pm capitolino nei guai per l’inchiesta di Perugia che sta mettendo a soqquadro il Csm. Già, chi lo avrebbe mai detto. Che Riccardo Fuzio, Procuratore generale di Cassazione e titolare dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati si sarebbe trovato un giorno a dover indossare le vesti di grande accusatore contro il caro Luca, suo grande estimatore e capo di Unicost, la corrente di cui anche Fuzio è esponente di punta.
Pugliese, 69 anni, un curriculum ampio e variegato, in magistratura dal 1977. Chi lo conosce lo descrive come un magistrato old style per portamento, come si conviene alle toghe di alto rango. Con tanto augusto distacco, era stato colto di sorpresa al momento della nomina come successore Pasquale Ciccolo, membro di diritto del Csm uscito due anni fa dalla magistratura per raggiunti limiti di età: si trovava ad Andria, sua città natale, per una messa in suffragio della madre da poco scomparsa.
Il suo nome nella seduta a Palazzo dei Marescialli del 22 dicembre 2017 aveva prevalso sul procuratore generale di Roma Giovanni Salvi: era finita 16 a 9. Ma la scelta nel solco della continuità fatta sul nome di Fuzio non aveva colto di sorpresa nessuno fino in fondo. Se non, a quanto pare, l’interessato: la sua vittoria era stata ottenuta grazie alla sponsorizzazione pesante di Luca Palamara indiscusso leader di Unicost, la corrente di maggiore peso nella consiliatura 2014-2018 ma anche di Mi, la corrente di Cosimo Ferri e dei laici di centrodetra. Per Salvi si erano schierati invece i togati di Area e pure due laici di centro sinistra, Renato Balduzzi e Paola Balducci. Ma il curriculum di Salvi era ssolutamente antitetico a quello di Fuzio e neppure l’endorsement implicito del vicepresidente Giovanni Legnini, che comunque si era astenuto come sua consuetudine, non erano bastati a sparigliare le carte.
Magistrato inquirente da sempre, Fuzio era stato al Csm nella consiliatura presieduta da Michele Vietti dal 2010 al 2014. Poi era passato alla Procura generale, diventando Avvocato generale. Senza mai abbandonare Palazzo dei Marescialli, che aveva continuato a frequentare impegnandosi insieme agli altri ex consiglieri l’associazione che porta il nome di Vittorio Bachelet, ucciso nel 1980 dalle Br.