la Repubblica, 2 luglio 2019
Zingaretti al Sud
MARCIANISE (CASERTA) – «Sono qui alla Jabil di Marcianise perché i 350 lavoratori a rischio devono sapere che staremo con loro fino a quando non verranno ritirati i licenziamenti». L’applauso per Nicola Zingaretti è ovvio, il consenso meno scontato del previsto. «Per noi l’importante è che venga qualunque partito, purché ci dia visibilità»: così poco prima l’aveva messa Michele Madonna, delegato Rsu della Fiom di questa Jabil che è balzata alle cronache una settimana fa per l’improvvisa comunicazione da parte della multinazionale Usa della necessità di procedere a 350 licenziamenti su circa 700 addetti. Siamo in un distretto un tempo di alta tecnologia. La stessa Jabil è l’ultima marchio di un qualcosa che in passato è stato prima Marconi, Siemens, Ericsson, componenti elettroniche di alta qualità. Come alta tecnologia per l’automotive, specie per Fca, è la produzione della Proma, altra azienda inserita nella prima tappa del tour di Zingaretti nei distretti industriali del Paese: per portare il partito dove c’è crisi ma anche dove le cose funzionano meglio. Parte dal casertano Zingaretti: visita anche la Ferrarelle. E attacca l’esecutivo di Giuseppe Conte: «Dall’agenda del governo sono spariti il lavoro, la scuola, il sud. Sul Mezzogiorno non c’è traccia neanche di un’idea di investimenti infrastrutturali. Negli ultimi cinque anni la cassa integrazione è cresciuta del 35 per cento nel paese, e del 120 nel sud». Da qui la necessità di riprendere contatto con i lavoratori. Che alla Jabil gli riservano applausi: «Non siamo qui per fare polemiche con qualcuno – dice Zingaretti – ma per ricordare all’azienda che non ci sono divisioni fra noi quando si tratta di tutelare il diritto al lavoro. I lavoratori devono sapere che non sono soli, che noi siamo dalla loro parte: i licenziamenti vanno ritirati». È solo in conseguenza di ciò che Zingaretti chiama poi in causa il governo: «Chiederò al Mise che si allestisca subito un tavolo anche per Jabil. Ce ne sono già 158 su situazioni di crisi, ma questa realtà non può essere relegata al rango di secondaria importanza». Gli applausi scrosciano. Sotto un tendone che protegge dal caldo sahariano, i presenti ringraziano perché si affronta più il nodo concreto della soluzione del loro problema che il contesto politico generale. E l’indizio che il Pd stavolta non sparirà all’orizzonte è che con Zingaretti ci sono due nuovi membri della sua segreteria: la casertana Camilla Sgambato e Peppe Provenzano, suo collaboratore con delega al lavoro.