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 2019  giugno 25 Martedì calendario

La fortuna di Leonardo? Essere un mancino

«Resterà per sempre un personaggio affascinante, che non ha ancora finito di dire tutto quello che ha da dire». Non è un modo per liquidare la questione in maniera veloce. Anzi, è solo l’inizio del racconto che fa del «genio» Antonio Forcellino. Lui, che ha dedicato a Leonardo più di un libro e un’intera carriera a studiare il Rinascimento, ora affonda la sua conoscenza nell’aspetto “medico” dell’artista.
Professore, lei ha analizzato nei minimi dettagli la vita di Leonardo, che idea si è fatto delle sue presunte malattie?
«In realtà da tempo si parla anche di questo aspetto, di cosa fosse malato, di come eventuali patologie avessero inciso sulla sua creazione. Alcune cose potrebbero essere possibili, altre probabili ma alcune, per me, sono totalmente prive di fondamento, ma ho una certezza».
Quale?
«Che la sua fortuna fu non aver avuto alcun insegnante, di non essere andato a scuola».
Che cosa c’entra la scuola con il suo stato di salute?
«C’entra eccome: Leonardo era mancino. Sapeva usare anche la mano destra ma la sua creatività la esprimeva con la sinistra: era un disegnatore magnifico e se fosse andato a scuola l’avrebbero costretto a cambiare mano. Fino a pochi decenni fa i mancini venivano corretti, erano considerati "malati" e i metodi usati per costringere i bambini a scrivere con la destra non erano certo "dolci". Cambiare mano crea molti problemi. Se fosse successo anche a lui forse non lo avremmo mai conosciuto come l’artista straordinario che è stato».
Ritiene possibile che fosse dislessico?
«Chissà. Una cosa però mi ha colpito. Leonardo scriveva tantissimo. Sono state ritrovate, però, diverse versioni di una stessa lettera: lui cancellava delle parole, le riscriveva, le correggeva...si nota una certa insicurezza, forse sono solo delle suggestioni...».
Nel suo libro Gli ultimi giorni di Leonardo racconta che la mattina del 10 ottobre 1517 il cardinale Luigi d’Aragona e il suo segretario, Antonio de Beatis, vanno a trovare Leonardo per vedere le sue ultime opere. De Beatis scriverà che quel giorno il maestro non usava la mano destra, forse a causa di una paralisi».
«De Beatis scrisse nel diario di viaggio che Leonardo soffriva di una "certa paralesi ne la dextra" e che l’infermità, secondo alcuni, "ostacolava il maestro nel dipingere ma non nel disegnare, in quanto era mancino", ma questo non vuol dire niente».
Perché? De Beatis era un testimone attendibile...
«Certo, ma quando lo vanno a trovare è ottobre, pochi mesi dopo le opere saranno vendute al Re. Sono dipinte a olio e per farlo asciugare, l’olio, ha bisogno di tempo e dunque, erano già terminate da un po’ con molta probabilità. Poi era mancino, perché avrebbe dovuto usare la destra?».
L’idea che fosse iperattivo è plausibile?
«Ne dubito. Leonardo era capace di grande concentrazione, restava fermo ore ad ammirare un’opera o un paesaggio. Si fa un ricorso a volte frettoloso e superficiale dell’Adhd. Ancora oggi».