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 2019  luglio 01 Lunedì calendario

PALAMARA ALLA MOGLIE: “LO SAI CHE MI HA DETTO LOTTI? CHE RENZI A DOHA STA FACENDO DA INTERMEDIARIO PER FAR COMPRARE AL QATAR LA ROMA” – LOTTI A PALAMARA: “OH LUCA LO STADIO NON GLI SI PUÒ GARANTIRE! IL PROBLEMA DELLO STADIO SI CHIAMA CALTAGIRONE CHE È CONTRO QUESTA OPERAZIONE. DI SOLITO SIETE VOI MAGISTRATI CHE ARRIVATE SU 'STE (INC.) NON NOI POLITICI MA COME FAI A GARANTIRE” – PALAMARA: “DOVE SONO ANDATI A FINIRE I 49 MILIONI DELLA LEGA? CE LO DOVREBBE DIRE FRANCO (COZZI, PROCURATORE DI GENOVA)”

Non c' è solo il dopocena dell' 8 maggio 2019. L' ex sottosegretario Luca Lotti è stato intercettato dal trojan inoculato nel cellulare del pm Luca Palamara anche intorno alla mezzanotte tra il 15 e il 16 maggio. Quel giorno Palamara è informato dell' arrivo al Csm di un plico riservato sul suo conto proveniente dalla Procura di Perugia. A comunicargli la cattiva nuova è il consigliere di Unicost Luigi Spina, oggi indagato per rivelazione di atti coperti da segreto.

Palamara è certo che le carte che lo riguardano finiranno sui giornali, ed esprime dubbi sulla tempistica dell' invio, che collega alla sua decisione di sostenere Marcello Viola come prossimo procuratore di Roma. Evidentemente anche il sottosegretario è stato informato del contrattempo che rischia di far saltare i loro piani e cioè lo sbarco di Viola nella Capitale e l' allontanamento da Firenze del procuratore Giuseppe Creazzo, colui che il 18 febbraio 2019 ha ottenuto l' arresto di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell' ex premier Matteo. Anche il 15 maggio, come era già accaduto una settimana prima, gli investigatori non spengono i microfoni e il trojan registra interamente il dialogo tra Lotti e Palamara.

LA MOGLIE Prima dell' appuntamento con l' amico politico, il magistrato indagato trascorre la serata in famiglia e conversa con la consorte Giovanna Remigi. Intorno alle 23.30 «dice alla moglie che sta raggiungendo Luigi e Luca», vale a dire Spina e Lotti. «Luca che c' entra con il Csm?» domanda la donna preoccupata. «A sto punto l' unica cosa che riesco a fare» risponde il coniuge, forse facendo riferimento alla possibilità di entrare a far parte del collegio del garante della Privacy in quota Pd, una possibilità di cui i due avevano parlato poco prima («Quella cosa te la puoi giocare la privacy» aveva azzardato la signora).

Ma mentre il marito sta uscendo per raggiungere Lotti la donna sembra assalita dai dubbi: «E ti bruci tutto il resto». Palamara: «Il resto è bruciato». A mezzanotte meno un quarto il pm raggiunge Lotti («uomo accento toscano») in un ristorante e l' ex ministro presenta l' amico magistrato ai commensali. I due restano a chiacchierare per circa un quarto d' ora. Poi Palamara riparte e raggiunge Spina sotto casa. Ma prima lo informa telefonicamente che al ristorante «c' erano tutti quanti».

CENA CON TROJAN - Nel locale Palamara affronta con Lotti la questione che lo perplime, ma la conversazione è molto disturbata a causa dei rumori. Il trojan coglie un pezzo di frase del pm: «Come dice Matteo perché». Il riferimento potrebbe essere a Renzi e Lotti intuisce al volo l' argomento: «Perugia». Quindi chiede: «E che hanno detto?». Palamara: «È arrivata la comunicazione Csm, mo' devo andare da Luigi a capi'. Davide tu quando l' hai visto?». L' uomo in questione dovrebbe essere il vicepresidente del Csm David Ermini. «Lui c' era allo stadio» risponde Lotti.

La sera del 15 c' è stata la finale di Coppa Italia tra Lazio e Atalanta. Lotti chiede quale sia la questione e Palamara ribatte: «La solita te l' ho detto». Lotti: «È una battaglia Luca io stamattina». Palamara: «Ma tu ti rendi conto hanno cioè questa è una cosa pazzesca cioè altro che i genitori (di Matteo Renzi, ndr)». Lotti spera che la trasmissione delle carte su Palamara non faccia saltare il tetris delle nomine, ma Palamara non riesce a escluderlo.

ERMINI E MATTARELLA - Qualcuno sembra aver messo il veto sul procuratore di Firenze. Infatti Lotti bofonchia: «(Incomprensibile) l' ha detto Creazzo mai». Poi sembra raccomandarsi con il relatore che dovrà stilare la giustificazione della scelta di Viola: «Occhio a come scrive la motivazione (della delibera, ndr) su Viola eh quindi si vede che qualcuno gli ha detto che se scrive in un certo modo Lo Voi fa appello». I due si preoccupano che il voto in commissione avvenga quanto prima. E nel discorso rispunta il nome di Ermini, eletto grazie all' asse tra renziani e Palamara. Lotti: «Guarda se i numeri so' questi [] Davide faceva la (inc.) non l' ha detto però penso la faccia a questo punto domani non so quando». E puntualizza: «Perché si va martedì». I due fanno intendere di poter contare sul sostegno di Maria Silvia Giorgi, magistrato della segreteria generale del Csm.

Palamara: «Però Giorgi già l' abbiamo fatta noi eh». Lotti la trova «molto più tranquilla», Palamara «accondiscendente». Lotti: «Ah (inc.) lo faccia anche David perché è importante che ci metta la faccia». Palamara: «La fa David». Lotti: «Sì sì la fa forse domani a questo punto». Palamara: «Ma tu oggi ci hai parlato con lui?». Lotti: «Sì, sì [] alle cinque e mezzo o più tardi forse anche sei e mezza». Palamara: «E stava tranquillo lui no?». Lotti: «Lui era sempre tutto perché poi alle quattro Lorena mi ha mandato Garofali».

Probabilmente l' ex ministro sta raccontando che una delle sue collaboratrici gli ha combinato un incontro con Francesco Saverio Garofani (giornalista, considerato vicino a Dario Franceschini) consigliere per le questioni istituzionali del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma il nome di Garofani nel brogliaccio viene storpiato e anche quando Lotti prova a riferire quanto gli avrebbe detto il capo del Quirinale in persona, gli investigatori annotano che la frase è «incomprensibile».

Tra ciò che Lotti avrebbe appreso da Garofani e quello che ha sentito da Ermini ci sarebbe differenza: «Ah però David mi ha fatto un altro quadro perché David si impaurisce si è impaurito io quando l' ho rivisto gli ho detto David vai su e digli che Ma che tramite te dica a Morlini (Gianluigi, presidente della quinta commissione, ndr) di accelerare». Palamara: «Eh secondo me a 'sto punto martedì si può fa la cosa (inc.)». Lotti: «Se no domani va bene se lui lo dice a (inc.)». La commissione verrà convocata martedì 21 maggio e poi, nuovamente, il 23.

ESPOSTO - Lotti si informa se il giorno successivo ci sia plenum al Csm. Palamara risponde che sono in calendario le commissioni e che bisogna vedere se in prima «fanno il discorso su quella cosa lì» e promette «un messaggio» per la mattina successiva. Potrebbe essere un richiamo all' esposto del pm Stefano Fava contro Giuseppe Pignatone e Paolo Ielo, i quali hanno chiesto il rinvio a giudizio di Lotti per Consip.

All' incontro notturno Palamara ha portato una sentenza allegata all' esposto, quella con cui è stata assolto il giudice amministrativo Brunella Bruno, sorella di Giovanni, uno dei commissari di Condotte Spa, società che ha conferito al fratello di Ielo una ricca consulenza: «Oggi Stefano mi ha dato quella cosa di Brunella Bruno la sentenza [] assoluzione non impugnata». Lotti: «Assoluzione non impugnata?».

«Buttiamo tutto per tutti» proclama Palamara. Lotti dice che però «non deve incidere sulla scelta da aggiunto», incarico a cui la toga è candidata, anche se ha già pronto il piano B: «Io dico butto tutto su tutto io intanto quella cosa per la privacy ormai la mando a maggior ragione». Lotti: «Eh cazzo vorrei vedere sì sì te mandala». Palamara: «Però non me fermo». Lotti: «Non ci facciamo abbattere». Il magistrato ribadisce che l' indagine di Perugia contro di lui è «una storia pazzesca». Lotti è perplesso: «Perché Vittorio non mi ha detto nulla però». Nell' informativa non è specificato se si stia parlando di una talpa.

Palamara fa sapere che «quelli di Area non votano Creazzo, votano Lo Voi». Bocciato anche Viola: «(Inc.) mi ha detto che Albamonte (Eugenio, ex presidente dell' Anm, ndr), quindi Area, ha detto che Viola è uomo di Ferri (Cosimo, ndr) e a Roma non lo vogliamo». Palamara: «Perfetto a maggior ragione si va avanti così». Lotti: «Cazzo si va avanti così [] per me vuol dire che siamo dalla parte sulla strada giusta».

GIORNALISTI AMICI - I due discutono anche di un articolo apparso sulla Stampa riguardante la successione al procuratore Giuseppe Pignatone. Lotti: «L' ho letto perché me l' ha detto Garofali». Sono entusiasti. Palamara: «Ma il passaggio che gli ho fatto mettere? [] è in gamba questo ragazzo [] è amico di un mio amico scrittore». Riparlano di Perugia. Lotti: «Questa roba qui incide sull' aggiunto secondo te?». Palamara pensa di sì e quindi ritiene che gli convenga far «fare il procuratore e rallentare l' aggiunto». Lotti concorda: «Sì rallentare sino a luglio». L' ex sottosegretario vuole evitare che con Palamara azzoppato Viola abbia «quel problema», bisogna separare i due destini, altrimenti per dirla con Lotti «questi fanno all-in».

SCALATA ALLA ROMA - Secondo Palamara la storia dell' indagine perugina è conosciuta da tutta Roma dal febbraio 2018 («lo sa Loti», probabilmente il presidente della Lazio, Claudio Lotito, citato anche in altri punti, ndr). Il discorso vira sul calcio. Già alla moglie, che chiedeva notizie su nomine e problemi giudiziari del marito, Palamara aveva anticipato l' argomento: «Lo sai che mi ha detto Luca Lotti? Che sta facendo da intermediario per far comprare al Qatar la Roma». E la signora, sconsolata, aveva ribattuto: «Che c' entri te con 'sta roba, boh». Palamara: «Niente era così per dire».

Il magistrato e il politico affrontano la questione del nuovo stadio della squadra giallorossa e citano Renzi e un suo recente viaggio in Qatar, uno dei tanti nella Penisola arabica. Nelle scorse settimane girava voce che l' ex premier stesse facendo da intermediario per l' acquisto del Milan, ma con noi il presidente della società rossonera, Paolo Scaroni, aveva seccamente smentito la trattativa.

Ora compare un altro club all' orizzonte, la As Roma di James Pallotta. Lo svela Lotti: «Matteo era a Doha (inc.) ha detto "oh io la compro la Roma" c' era scritto "io la compro davvero la Roma, ma lo stadio si fa o no?" e Matteo gli ha risposto: "Guardi vediamoci a Parigi con Luca la settimana prossima" oh Luca lo stadio non gli si può garantire! Non siamo in grado di garantire lo stadio il problema dello stadio si chiama Franco Caltagirone che è contro questa operazione di solito siete voi magistrati che arrivate su 'ste (inc.) non noi politici ma come fai a garantire».

Il Luca da incontrare in Francia potrebbe essere Parnasi, l' imprenditore arrestato per corruzione nel 2018 proprio per il progetto dello stadio della Roma che dovrebbe sorgere sui terreni di proprietà di una sua società.

LA LEGA - Uno dei presenti alla cena, un imprenditore di nome Simone, con forte accento toscano, chiede «dove sono andati a finire i 49 milioni di euro» della Lega. Palamara: «Questo ce lo dovrebbe dire Franco (Cozzi, procuratore di Genova, ndr)» e Lotti: «Ecco ce lo dovrebbe dire il procuratore di Genova che è un suo amico per me li hanno utilizzati per la campagna elettorale di sicuro per tutto il sistema di notizie per Facebook».

E un «Franco» viene collegato anche all' esposto contro Creazzo presentato a Genova da un pm. Qui il dialogo captato è particolarmente confuso e quasi criptico. Lotti dice: «Se deve chiudere (inc.) di mezzo l' hai letto il documento []». Quindi prosegue: «Lui non scende giù perché comunque sia gli va detto di Firenze, no? Se cogli l' occasione tra tutti e due [] Firenze Genova».

In un altro punto si riparla della Lega e del governo. Palamara: «Ma questi così come fanno ad andare avanti, fammi capi' adesso stanno esagerando». Lotti: «Eh lo so, ho visto Giorgetti prima (Giancarlo, sottosegretario di Palazzo Chigi, ndr) poi Francesca Verdini (la compagna di Matteo Salvini, ndr) mi ha detto che poi ti racconterò loro se non fanno il 35 (alle Europee, ndr) loro vanno avanti Luca, che è un bene anche per noi che non saremmo mai pronti ora». Palamara: «Sì se vanno avanti è meglio però così diventa una cosa». Lotti: «No e si dovranno aggiustare».

A tavola si riparla dello scontro per la Procura di Roma. Il problema è che se Area e Unicost si alleano per avere Creazzo procuratore basterebbero i voti dei tre laici dei 5 stelle. Per questo Lotti si preoccupa di abbia agganciato uno di questi, l' avvocato Fulvio Gigliotti: «Ma Lepre (Antonio, uno dei consiglieri dimissionari del Csm, ndr) non c' ha parlato?». Palamara: «Con Gigliotti ci parla Spina». Lotti: «È andato dal Pucci coso Spina». Leonardo Pucci è il vicecapo di gabinetto del ministro Alfonso Bonafede ed è amico di Spina. Palamara: «E si sono parlati come no te l' ho detto e lo sta marcando [] però la situazione non è proprio scontata capito?». A un certo punto alla comitiva si uniscono il consigliere Antonio Lepre, tale Francesca, giudice fallimentare di Bolzano, e un «maresciallo». Il problema è che secondo Lotti «tutti quelli di Unicost vogliono Creazzo».

IL MINISTRO E MALAGÒ - Nel brogliaccio viene nominato di nuovo Gigliotti «che il giorno dopo "chiude" poiché "il ministro sta male" e Arrita (Sebastiano Ardita, altro consigliere del Csm, ndr) che "è sempre sul pezzo è sempre concentrato ed è molto ottimista"». Per Lepre «Gigliotti si dovrebbe sbilanciare verso Viola "però, poiché il ministro non ci sta ha detto di aspettare"». Scommettono che se Viola dovesse racimolare quattro voti in commissione, anche Morlini si accoderà (ma il 23 maggio il pronostico non si realizza). Lotti dice: «Pare che Pignatone si stia muovendo per (inc.) Lo Voi (Franco, procuratore di Palermo, candidato a Roma, ndr) e per Creazzo».

Infine, c' è tempo di discutere anche di affari. Lotti «riferisce di aver provato a mettere in contatto Simone (l' amico imprenditore presente alla cena, ndr) con Giovanni (Malagò, ndr) per parlare di lavoro, ma il padre Vincenzo ha tenuto a precisare che per l' azienda dovevano rapportarsi solo con lui e non con il figlio». Insomma il sessantenne presidente del Coni per l' ottantasettenne genitore è ancora come se avesse i calzoni corti.