Il Sole 24 Ore, 1 luglio 2019
Le famiglie investono di più sul tempo libero
Più formazione, più vacanze e più spese per mezzi di trasporto e servizi sanitari. Ma anche assicurazioni più basse, meno articoli di bellezza e un budget inferiore per la gestione della casa. Negli ultimi cinque anni (2014-2018) il portafoglio delle famiglie italiane, senza subire contrazioni nelle disponibilità (+0,29%), ha visto cambiare – in alcuni casi di molto – le scelte di consumo. Un bilancio dei conti familiari su cui incombe il possibile aumento dell’Iva, l’imposta sul valore aggiunto che si paga su prodotti e servizi.
Lo spettro dell’aumento Iva
Il paniere di spesa, fotografato dai dati Istat elaborati dal Sole 24 Ore a parità di potere di acquisto (prendendo il 2018 come anno di riferimento), tiene conto di ben 274 voci, suddivisi in 12 ambiti di consumo. Su questi prodotti e servizi, l’attivazione dell’aumento già previsto dall’ultima legge di Bilancio dal 2020 farebbe passare l’aliquota Iva intermedia dall’attuale 22 al 25,2% e quella ridotta dal 10 al 13%, impattando fino a 44 euro di rincaro sui 2.571 euro di spesa media mensile calcolata dall’Istat. Un aumento quantificabile in 538 euro l’anno (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 marzo 2019).
Il budget 2018 non non si discosta molto da quello degli ultimi anni, ma se confrontato a valori costanti con la spesa del 2001 risulta in calo del 7 per cento. Rispetto al periodo ante-crisi (2007), la flessione è ancora più accentuata con -8,5 per cento. Dal trend storico emerge che il crollo dei consumi ha raggiunto un picco nel 2013, per tornare a salire tra il 2016 e il 2017, e registrare un’ultima lieve frenata l’anno scorso.
Casa, utenze e alimentare
Un terzo della spesa mensile (920 euro) viene assorbita dall’abitazione. Oltre ai costi stimati per affitti, rate di mutuo e altre voci di spesa per locare o possedere l’immobile, che incidono per metà sulla voce di spesa in questo ambito (e sono in lievissimo calo), negli ultimi cinque anni registrano un’impennata i servizi di manutenzione dei sistemi di riscaldamento (+249,5%, per 3,5 euro mensili), complici le termovalvole – diventate obbligatorie – installate ormai in quasi tutti i condomini, i servizi di allarme e videosorveglianza (+23%) e la raccolta dei rifiuti (+7,5%, pari a 19,6 euro al mese). Pesano, in questo segmento di consumo, anche i 49,8 euro mensili per l’energia elettrica (+2,2% rispetto al 2014), i circa 55 euro per il gas (-1,6%), i 14,7 per la fornitura dell’acqua (-10,7%) e i 24 euro spalmati su base mensile (che corrispondono a una media di 288 euro all’anno) di manutenzioni straordinarie.
Il 17,9% del budget, poi, viene speso nel reparto alimentare e bevande analcoliche (in media 462 euro al mese), dove sono frutta e verdura fresche a incidere maggiormente sul portafoglio delle famiglie italiane con un costo mensile pari a 73 euro, anche se lievemente in calo negli ultimi cinque anni. Aumentano del 36,3% i consumi di frutta secca e noci, mentre crolla il consumo di margarina (-21%), di carni diverse (-16,1%, non suina né bovina) e di latte fresco (sia intero che parzialmente scremato, in calo del 12 e del 15%).
In aumento istruzione, vacanze e food
A lievitare negli ultimi anni è soprattutto la spesa media delle famiglie per l’istruzione (+33%) – specialmente quella universitaria – anche se si tratta di appena 16 euro al mese. Seguita dai costi sostenuti in media per i servizi ricettivi e la ristorazione: in questo ambito l’Istat stima 130,4 euro spesi in media ogni mese nel 2018, in crescita dal 12,8% rispetto al 2014.
La crisi non frena la voglia di pranzare o cenare fuori casa: in particolare, nei ristoranti e bar si spendono 80,6 euro al mese (+11,7%) e nei fast food o “take away” 29,5 (+10,8%). Così come cresce la spesa delle famiglie per le vacanze: l’effetto Airbnb fa impennare i “servizi di alloggio” (+157%), ma cresce del 13% anche la spesa nel settore alberghiero; in calo, invece, il budget investito in villaggi vacanze, campeggi e ostelli.
Non passa mai di moda, infine, l’uso dell’automobile per le famiglie italiane. Nei trasporti si spendono in media 292 euro al mese, di cui circa 68 euro in benzina e altri carburanti. Mentre risultano in calo le spese su metropolitane, tram e autobus, aumentano del 63% quelle in automobili nuove, del 38% in vetture usate e del 121,8% i costi per l’affitto di garage, posti auto e noleggio di mezzi.
Gli stili di vita
Non si rinuncia, infine, al parrucchiere o ai trattamenti di bellezza dall’estetista (rispettivamente 25 euro al mese per le donne e 7,9 euro, in crescita dello 0,6 e del 24%), ma si spende meno per l’acquisto personale di articoli per l’igiene e prodotti di bellezza (26 euro al mese, in calo del 16,2%). In calo del 2,6%, invece, la spesa per cinema, teatri e concerti (6 euro al mese), in aumento del 56% quella per app e software, anche se ancora contenuta a 1,44 euro al mese.
D’altro canto, però, nel fare i conti le famiglie possono mettere a budget anche alcuni costi inferiori, ad esempio quelli legati a certi servizi: le assicurazioni dei mezzi di trasporto, per cui vengono spesi in media 49 euro al mese, scendono del 9,6%; le assicurazioni sulla vita (9,1 euro al mese) del 10%; crollano tra il 60 e l’87% le spese bancarie e finanziarie e quelle di consulenza.