la Repubblica, 1 luglio 2019
Il giubbotto di Banksy e gli accoltellamenti a Londra
Solo poche ore prima il 25enne rapper di Croydon, Michael Ebenazer Kwadjo Omari Owuo Jr. detto “Stormzy”, aveva incendiato il celebre festival musicale inglese di Glastonbury urlando “Fuck Boris Johnson!” ma soprattutto indossando un “giubbotto anti- accoltellamento” con i colori della bandiera britannica “Union Jack” disegnato dal misterioso street artist Banksy. Sabato pomeriggio, sempre a Croydon, periferia a sud di Londra, Kelly Mary Fauvrelle, una donna di 26 anni all’ottavo mese di gravidanza, è stata brutalmente accoltellata in casa: lei è morta mentre i soccorritori sono riusciti a far partorire il bambino quando la madre era ancora in fin di vita. Ma il piccolo resta gravissimo e secondo i medici difficilmente sopravviverà.
È l’ultima tragedia di una Londra sempre più afflitta da un’epidemia di lame e coltelli, soprattutto tra giovanissimi, anche se per l’omicidio della povera Kelly Mary sono stati arrestati un 29enne e un 37enne. Proprio poche ore dopo la storica performance di Stormzy col suo giubbetto anti-coltello, venerdì sera, salutata come la prima di un britannico nero nello “slot” più importante di Glastonbury, a Londra ci sono stati altri accoltellamenti. Ovviamente Stormzy non c’entra nulla. Ma, oltre a Kelly Mary, nel weekend sono state accoltellate a morte altre tre persone a Londra: un 18enne in strada all’alba di ieri a Walworth, periferia sud-est della capitale; sabato sera, invece, è stato ucciso un 56enne a Brixton durante una rissa e infine un ventenne a Newham, periferia est.
I numeri sono oramai agghiaccianti: è il quinto anno di fila che a Londra crescono gli episodi di accoltellamenti e nel 2019 siamo già a quota 68 omicidi, mentre su scala nazionale il computo ha sfondato quota cento. Lo scorso gennaio, a Leyton (sempre a Londra est), era stato ammazzato il 14enne Jaden Moodie, la vittima più giovane quest’anno. Perciò il sindaco della capitale Sadiq Khan è da tempo sotto accusa, anche del presidente americano Donald Trump, che non perde occasione di attaccarlo sulla sicurezza dopo le critiche del sindaco musulmano verso le sue politiche “razziste e islamofobe”. Nel frattempo ieri si è saputo che 340mila persone hanno abbandonato Londra tra giugno 2017 e giugno 2018 per trasferirsi altrove. È il record negativo di sempre: per il costo della vita, certo. Ma anche la prospettiva di far crescere i propri figli in alcune periferie avrà certamente influito.