Il Messaggero, 1 luglio 2019
Intervista a Ezio Greggio
Non se l’aspettava nessuno. Eppure il nuovo programma La Sai l’ultima Digital edition è stato un successo. Al debutto, il venerdì in prima serata su Canale 5, l’hanno visto in tre milioni e mezzo di persone (21,14 di share). La seconda puntata il 28 giugno è scesa, ma di poco: 16,8 di share, due milioni centoventiduemila spettatori. Altre quattro puntate in palinsesto dimostrano che la barzelletta non solo non è morta, ma se la passa benissimo, riveduta e corretta nei tempi e nei modi della messinscena con grandi ospiti (venerdì scorso c’era anche Gigi Proietti), i coach Maurizio Battista, Biagio Izzo, Scintilla, il giudice-notaio Nino Formicola, e la co-conduzione di Romina Pierdomenico, che affianca l’inossidabile capocomico Ezio Greggio. A 65 anni, ne dimostra 20 di meno. D’altronde, dice, «Si invecchia solo quando si ha paura di far ridere».
Lo crede davvero?
«Assolutamente. L’ironia è alla base di tutto. Mio papà ha fatto battute fino alla fine, arrivata a 96 anni. Stessa cosa per mia madre. Sicuramente ho ereditato da loro una buona dose di ironia. Credo che essere ironici e divertirsi il più possibile aiuti ad andare avanti nella vita».
C’è qualcosa su cui lei non scherza mai?
«No. Solo la morte, se ti riguarda. Ma non se riguarda altri. Credo non ci siano argomenti tabu per un comico. Le racconto un aneddoto su Mel Brooks. Muore un amico sceneggiatore, al funerale vado anche io. Mel è tra quelli che trasportano la salma. Ad un certo punto vedo che la bara traballa un pochettino. Ne aveva sparata una delle sue: non pensava che il peso fosse così importante, allora si è girato verso gli altri e ha detto: Quando muore Marlon Brando, non chiamatemi. Le serate più belle della mia vita le ho passate con lui, Anne Bancroft e Dom De Louise. Spero di riuscire a portarlo l’anno prossimo al mio Film Festival de la Comédie a Montecarlo».
Abita sempre a Montecarlo?
«Da 25 anni. Sono anche il presidente del Com.it.es degli italiani di Monaco».
E cosa fa in quel ruolo?
«Una marea di cose. Una delle prime che ho deciso di seguire è la solidarietà. Monaco è come tutti i paesi del mondo, non paghi le tasse personali, ma ci sono gli svantaggi di una vita molto costosa. C’è una comunità di persone normali: pensionati che con la pensione detratta al 30% non ce la fanno, famiglie con ragazzi con handicap che hanno difficoltà a mettere insieme i pasti principali. Li seguiamo e monitoriamo, cerchiamo di stargli vicino».
Perché si è trasferito lì?
«Venticinque anni fa frequentavo già Monaco, facevo già Striscia, avevamo qualche problemino in Italia con la trasmissione, attacchi che abbiamo ricevuto. Non voglio entrare in cose personali, ma con mia moglie allora abbiamo preso una decisione precisa. Sono felicissimo».
Gli attacchi cui si riferisce sono quelli a proposito della sua presunta evasione fiscale?
«È una boiata totale. Era un problema che riguardava delle ritenute d’acconto sacrosante, che secondo una società collegata anche con me per la mia attività, dovevano essere pagate. È una cosa già chiarita, non ho altro da aggiungere. Personalmente non ho evaso un euro, né ho avuto pendenze penali di alcun tipo, ho avuto addirittura tre sentenze in mio favore. Vivo a Monaco, ho attività a Monaco, e qui sono quasi un pubblico ufficiale: ho il festival cinematografico. Che altro le posso dire della mia vita privata?».
Perché c’è pudore nel dire che la co-conduttrice di La sai l’ultima, Romina Pierdomenico è la sua attuale compagna?
«Non l’ho neanche proposta io. Giorgio Restelli (direttore risorse artistiche di Mediaset) è venuto da me e mi ha chiesto: Che ne diresti se prendessimo Romina? Del gruppo di ragazze nuove è quella che ci piace di più. Ho risposto che ero d’accordissimo, ma di parlarne con lei».
Romina ha 26 anni.
«Lei è molto più matura, io mi sento molto più giovane e per fortuna, toccando ferro, sto in forma. Per cui alla fine saranno 7, 8 gli anni di differenza, non di più. Diciamo che ci frequentiamo e stiamo bene insieme».
A chi è più grato per la sua carriera?
«Oltre a me stesso, senza alcun dubbio a Ricci. Antonio è stato fondamentale nella mia storia televisiva. Nel cinema invece a Carlo Vanzina, con cui ho lavorato in tanti film, e Mario Monicelli, che ha fondato con me il Montecarlo Film Festival. Mai visto così affettuoso nei confronti di una persona come quando glielo proposi. Fece il presidente onorario fino alla fine».
E perché è grato a se stesso?
«Per quello che ho insegnato ai miei figli (Gabriele e Giacomo, 24 e 28 anni, ndr): bisogna solo accontentare i propri sogni, non farseli imporre dagli altri. Se fai una cosa che ti piace la fai sicuramente bene. Se tuo padre ha un’azienda e ti obbliga a lavorarci, l’azienda prima o poi fallisce. O quando lui muore, tu la vendi».
È fiero del padre che è?
«Sì. I miei migliori amici sono qui (indica i tatuaggi che sulle braccia, ndr). Non ho nessun rapporto al mondo più bello e intenso di quello che ho con loro».
Quando ha tatuato sulle braccia i loro nomi?
«Parecchi anni fa. Gabriele fa l’attore a Londra, Giacomo si occupa di fondi di investimento in una delle più grandi società del mondo attive in questo settore».
Cosa le manca nella sua carriera?
«Talmente tante cose che dovrebbe fare un numero speciale. Ho voglia di raccontare storie al cinema, ho un progetto per una serie, altri per Canale 5. Insomma, di tutto».
Il più grande amore della sua vita?
«Queste cose me le tengo per me. E la mia Juventus sicuramente uno di quelli».