La Stampa, 30 giugno 2019
Nella supergalleria del vento
L’auto che guidate, il viadotto dove siete passati, lo stadio visto in televisione probabilmente sono stati testati qui, all’interno della galleria del vento Jules Verne, a Nantes. Realizzata negli anni ’90 dal centro di ricerca nazionale francese Cstb (Centre scientifique et technique du bâtiment), è stata recentemente rinnovata e ospita cinque condotti di studio e sperimentazione, atmosferica e aerodinamica, nonché un nuovo condotto aeroacustico e aeraulico. La struttura si estende per oltre 6mila mq: la galleria del vento più grande d’Europa.
«Oggi la ricerca scommette sullo studio delle soluzioni tecniche e tecnologiche. E quindi unisce ai modelli matematici le prove sperimentali, così da avere risultati più precisi», spiega Philippe Delpech, capo della divisione di climatologia e aerodinamica al Cstb. «È questo che ci ha spinto a rinnovare la galleria del vento Jules Verne». La struttura è infatti l’unica in Europa in grado di ricreare le condizioni climatiche più estreme: dalle piogge torrenziali, alla neve, alla grandine, passando per il ghiaccio o il calore intenso, a vere e proprie tempeste di vento e sabbia. E può testare tali condizioni in diverse varietà di scala e di attrezzatura, così da poter rispondere alle richieste di svariati settori industriali, da quello automobilistico all’edilizia, fino al settore delle rinnovabili.
Nell’area più recente dedicata all’aerodinamica, un condotto alto sette metri e largo cinque, vengono testate le turbine eoliche e i loro componenti. Qui il vento può raggiungere i 380 km/h di velocità. ed è possibile studiare il comportamento della singola lama di ogni pala. «Ogni lama è equipaggiata con centinaia di sensori, così da valutarne il comportamento in ogni singolo punto, in base alla pressione atmosferica e alla velocità del vento», dice Delpech mentre ci si addentra all’interno della struttura. Ma è nel condotto atmosferico, lungo 26 metri e largo 14, che è possibile ricreare le condizioni più particolari: grandi turbine da 500 kW di potenza l’una riescono a simulare anche le possibili turbolenze presenti in quota. «Ogni singola turbina eolica può influenzare quella vicina. In questo modo possiamo pianificare un’intera centrale, misurando esattamente quali turbine saranno più efficienti e quali meno», continua l’esperto. In futuro ogni singola lama potrà comunicare in tempo reale le condizioni climatiche che si trova ad affrontare, sia essa a 200 metri di altitudine o a centinaia di chilometri in mezzo all’oceano. Turbine eoliche che saranno intelligenti, più efficienti e più sicure.
Il centro ha recentemente lavorato sugli effetti delle sollecitazioni del vento e del moto ondoso sui generatori eolici galleggianti, tecnologia che sta prendendo piedi, soprattutto nel Nord Europa. Dopo i primi test eseguiti nell’École Centrale di Nantes, sono stati realizzati un apposito sistema di generazione del vento e un modello aeroelastico di generatore eolico. Le prestazioni del modello sono poi state testate in galleria del vento, nelle condizioni climatiche più difficili.
Nel nucleo centrale della galleria è possibile toccare con mano come funziona il tunnel. Un’enorme turbina di sei metri di diametro disegnata appositamente soffia venti che raggiungono i 140 km/h. Si può simulare una tempesta di neve o una pioggia torrenziale con temperature di oltre 30°C.
In questo laboratorio si testano gli ultimi prototipi di auto o nuovi modelli di treno; o ancora la tenuta di edifici e viadotti. Ad esempio, il comportamento del viadotto di Millau, ancora oggi tra i ponti più alti al mondo, con un pilone che supera i 200 metri. «Qui studiamo anche come sfruttare la ventilazione naturale per raffreddare ambienti ed edifici risparmiando energia - sottolinea Delpech - i progettisti devono tener conto di temperature che possono raggiungere picchi elevati». Lo scorso mese di aprile è stato il secondo aprile più caldo da quando si effettuano le misurazioni empiriche della temperatura. In un mondo rovente l’aria, i venti, le correnti si comporteranno in maniera diversa. Dobbiamo capire come.