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 2019  giugno 29 Sabato calendario

Lo Zimbabwe riduce il deficit vendendo elefanti

In Zimbabwe hanno troppi elefanti, pochi dollari, la cui scarsità strangola l’economia del Paese in cerca di rilancio, e all’orizzonte si profila l’arrivo, nel 2020, della libra, la moneta virtuale di Facebook, che Le Monde ha definito «un elefante che non farà troppi danni nella giungla delle monete».Il presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, al potere dal 2017, sta tentando di rilanciare l’economia locale esangue dopo 37 anni di passati sotto la dittatura di Robert Mugabe. Il Paese è pronto a vendere elefanti (insieme a Zambia, Namibia e Botswana contano più della metà della popolazione mondiale di questi pachidermi), ha detto il ministro del turismo, Prisca Mupfumira a Bloomberg, ripreso da Le Monde, ma nella capitale Harare, ad essere minacciata è la moneta la cui gestione è diventata un rompicapo quotidiano per i circa 16 milioni di abitanti. Dopo un 2008 da incubo che ha visto l’inflazione arrivare a 500 miliardi per cento, il governo ha abbandonato la moneta locale, il dollaro dello Zimbabwe, per semplici certificati il cui valore dipendeva dalle monete straniere. Le amministrazioni hanno finito con l’accettare i pagamenti in dollari Usa e rand sudafricani, ma i funzionari pagati in moneta locale non ne potevano più di servizi e beni venduti in dollari Usa. Così, mentre il governo parlava di vendere gli elefanti, la banca centrale dello Zimbabwe ha fatto sapere che le valute estere non sarebbero state più autorizzate nelle transazioni locali e dunque il dollaro dello Zimbabwe è ritornato, ma svalutato come ai tempi di Mugabe.
È pensando a situazioni come questa che Facebook ha annunciato il lancio di Libra che permetterebbe di pagare beni con una moneta che non si deprezzerebbe perchè il valore è agganciato a divise forti come il dollaro e l’euro. Tuttavia, le persone pagate in moneta locale avrebbero a che fare con il problema del costo del cambio, mentre gli Stati vogliono vietare la concorrenza delle criptovalute, quella di Facebook compresa.