Libero, 29 giugno 2019
Il marito di Virginia Woolf
“L i vede quei due loculi? Al loro posto doveva esserci la tomba di una signora, morta molti anni fa. I suoi nipoti l’altro giorno volevano portarle un fiore e non l’hanno trovata. Sono venuti al Comune per chiedere che fine avesse fatto, ma qui nessuno sa niente”. IL SINDACOdi Locri, Giovanni Calabrese, è disperato. Qui la ’ndrangheta tiene in ostaggio i vivi ma anche i morti. Tombe che scompaiono e tombe che spuntano in mezzo ai viali o in posti impossibili da raggiungere per i familiari. Bare e salme che all’improvviso non si sa che fine abbiano fatto e si dice possano essere finite nella spazzatura sperando che nessuno se ne accorgesse. Da oltre 40 anni il cimitero di Locri è una giungla. A metà giugno, però, il Comune ha inviato le ruspe per abbattere le tombe abusive. Quelle vuote sono state già demolite. Per le altre sono in corso verifiche. “La cosa paradossale – dice il sindaco passeggiando per il cimitero – è che nessuno sa di chi sono le tombe. In pochi si sono lamentati per la demolizione della cappella”. È il risultato di una lottizzazione selvaggia delle aree cimiteriali: una sorta di mercato delle vacche dove si consuma la compravendita illegale dei posti e degli spazi che,» WALTER MOLINO “C omprendo e rispetto il dolore di una figlia, ma Luana deve sapere che Luigi Ilardo io non l’ho mai lasciato solo. Chi ha armato la mano dei suoi assassini ha distrutto anche me”. Michele Riccio è l’ufficiale dei Carabinieri che gestì l’operazione “Oriente”, l’infiltrazione del mafioso Luigi Ilardo dentro Cosa Nostra con l’o bi e tt iv o di catturare Bernardo Provenzano. Una missione segretissima iniziata nel ’93, quando Riccio lavorava per la Dia con Gianni De Gennaro. Fu il superpoliziotto che gestì con Falcone la collaborazione di Buscetta a volerlo per quell’incarico. Riccio, già braccio destro del generale Dalla Chiesa, conosceva bene le tecniche d el l’infiltrazione per averle sperimentate nella guerra alle Brigate rosse. La Sicilia peP rotagonisti L’i nte r v i st a a Luana Ilardo sul “Fat to” di domenica scorsa. A sinistra, il colonnello Michele Riccio; ancora più a sinistra, Luigi Ilardo M ace r ie Il sindaco G iova n n i Calabre s e most ra i resti di loculi distrutti Lu. Mu. Michele Riccio“Rispetto il dolore della figlia di Ilardo, ma chi ha armato gli assassini ha distrutto anche me” “Non ho mai lasciato solo il confidente Oriente” L’I N T E RV I STA in realtà, sono pubblici e dovrebbero essere dati in concessione dal Comune ai cittadini che ne fanno richiesta. Arriviamo al centro del cimitero, c’è una sorta di piazzale e il sindaco si avvicina a una porta che conduce a un’ar ea sotterranea. L’ingresso è sfondato ma “questo doveva essere l’obitorio comunale: non è mai entrato in funzione. Anzi non so neanche cosa ci sia lì sotto”. Tutte attorno ci sono piccole cappelle abusive, di colore marrone e beige. Assomigliano alle cabine di un lido balneare. Per non parlare di quelle costruite a forma di casa con tanto di tegole, aiuole per le piante e ossari che sembrano soffitte. Alcune tombe sono tutte murate con un buco al centro, simile al bocchettone delle prese d’aria obbligatorio per le cucine che funzionano a metano. “La vede quella tomba? Mi dica come è possibile raggiungerla se attorno ne sono state realizzate altre che non consentono il passaggio?”. Se non fosse un cimitero, la scena sarebbe anche comica. Il punto, però, è che lì dentro c’è chi da anni gestisce tutto: dal servizio di ambulanze e pompe funebri, alla vendita di fiori e lumini, passando per le ditte di manovali che realizzano le cappelle e per i “med ia tor i” del Comune che rilasciano autorizzazioni a costruire ma non indicano dove e quindi pure sul marciapiede o in mezzo ai viali del cimitero alcuni dei quali ormai diventati vicoli ciechi non più percorribili. Un business a tutto tondo per personaggi che “offrono” il pacchetto completo e senza i quali a Locri non ci si può permettere nemmeno di morire. Il sindaco Giovanni Calabrese ha denunciato la situazione più volte ai carabinieri. Ci sono state indagini ma la situazione non è mai cambiata. Da due settimane le ruspe del Comune hanno iniziato l’ope ra di bonifica demolendo le tombe abusive. “A questo punto – racconta Calabrese – si è arrivati perché per anni il cimitero è stata prerogativa di determinate famiglie. Qui ci sono interessi noti a tutti e probabilmente non facili da riscontrare. Questa è una cosa inaccettabile. I cittadini di Locri sanno la verità e i nomi – aggiunge il sindaco –La realtà di questo cimitero è che di fatto è una giungla. È evidente che questo stato di cose è stato agevolato dall’interno degli uffici comunali”. Prima di Giovanni Calabrese, anche l’ex sindaco Francesco Macrì aveva denunciato, invano, ai carabinieri. “Il cimitero è la cosa di Locri peggiore – aveva fatto mettere a v er b al e ne ll’o ttob re 2013 –. Se uno vuole mettere una luce deve andare da quello a pagare, se vuole un loculo deve andare da quello… cioè, il Comune non esiste. Il cimitero non è del Comune… ma è dei Dalì e company”. Ora Calabrese ha piazzato anche le telecamere: “Qu i stiamo parlando di ’n d r a ngheta, è evidente. Ma il cittadino è vittima. Anche quello a cui abbiamo demolito le tombe”