La Stampa, 29 giugno 2019
Le già capitali
Capitale emerita. Anzi, «già capitale».
Un po’ come gli ex presidenti della Repubblica, certi giudici arrivati al termine di una lunga e prestigiosa carriera, o i professori universitari una volta raggiunta la pensione, che vengono insigniti di un titolo onorifico con cui si certifica che pur non esercitando più un determinato ufficio godono comunque dei gradi e degli onori previsti da quella funzione, anche Torino potrà fregiarsi di un titolo analogo. «Già capitale d’Italia». O, appunto, capitale emerita.
In commissione Affari costituzionali alla Camera è in discussione una legge assolutamente tripartisan (Cinque Stelle, Pd, Forza Italia) che riconosce lo status a Torino, Brindisi e Salerno. Le città potranno fregiare il proprio gonfalone con quel titolo, nulla di più. Ma i parlamentari proponenti (due brindisini, due salernitani e una piemontese) ci tengono tantissimo. Torino, prima capitale del Regno d’Italia, nel 1861, non stupisce. Ma Brindisi e Salerno? La motivazione è questa: lì s’insediò il governo del Regno d’Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Capitali «di fatto», un po’ come Salò per la repubblica sociale, ma mai ufficialmente. Eppure da domani «già capitali».
Capitale emerita. Anzi, «già capitale».
Un po’ come gli ex presidenti della Repubblica, certi giudici arrivati al termine di una lunga e prestigiosa carriera, o i professori universitari una volta raggiunta la pensione, che vengono insigniti di un titolo onorifico con cui si certifica che pur non esercitando più un determinato ufficio godono comunque dei gradi e degli onori previsti da quella funzione, anche Torino potrà fregiarsi di un titolo analogo. «Già capitale d’Italia». O, appunto, capitale emerita.
In commissione Affari costituzionali alla Camera è in discussione una legge assolutamente tripartisan (Cinque Stelle, Pd, Forza Italia) che riconosce lo status a Torino, Brindisi e Salerno. Le città potranno fregiare il proprio gonfalone con quel titolo, nulla di più. Ma i parlamentari proponenti (due brindisini, due salernitani e una piemontese) ci tengono tantissimo. Torino, prima capitale del Regno d’Italia, nel 1861, non stupisce. Ma Brindisi e Salerno? La motivazione è questa: lì s’insediò il governo del Regno d’Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Capitali «di fatto», un po’ come Salò per la repubblica sociale, ma mai ufficialmente. Eppure da domani «già capitali».